Quale Europa

Salute.
Bene pubblico europeo

Massimo Florio

Massimo Florio, già professore di Scienza delle finanze presso l’Università degli Studi di Milano, è membro del Forum Disugua- glianze e Diversità. I suoi principali interessi di ricerca riguardano l’analisi costi-benefici, le politiche industriali e regionali, le priva- tizzazioni, l’impresa pubblica e l’impatto socioeconomico delle infrastrutture di ricerca. Tra i libri di cui è autore: La privatizza- zione della conoscenza (Laterza, 2021; The Privatization of Know- ledge, Routledge, 2023), Investing in Science (The Mit Press, 2019), Applied Welfare Economics (Routledge, 2014), Network Industries and Social Welfare (Oxford University Press, 2013).

Massimo Florio

L’Unione europea è essenziale nel compito decisivo di rilanciare il servizio pubblico universale e contrastare fermamente la sua privatizzazione. Non è facile, ma è possibile. Lo scenario europeo dei prossimi decenni è minacciato da tre fattori concomitanti che potrebbero avere effetti dirompenti sulla salute: la numerosità delle persone anziane, l’invecchiamento relativo della popolazione, il costo crescente delle cure. Inoltre, la gestione della pandemia ha dimostrato, accanto a diverse luci parecchie ombre con gli effetti assai negativi dell’elevata concentrazione della conoscenza sul costo dei vaccini e dunque sulla tenuta dei sistemi sanitari nazionali. Ma, proprio partendo dalla lezione della pandemia, è possibile identificare alcuni antidoti. Essi includono, in primo luogo, la creazione di una infrastruttura pubblica sovranazionale, a scala europea, su modello del Cern, per ricerca, produzione, distribuzione di farmaci, vaccini e altri beni; e di servizi biomedici basati sulla conoscenza e la creazione di una nuova generazione di ricercatori e ricercatrici, medici, infermieri e infermiere, e personale sanitario qualificato, di cui vi è oggi acuta scarsità, la cui formazione e vita professionale dovrebbe essere europea, con sinergie fra il livello nazionale e quello sovranazionale. In questa legislatura, spronato da una proposta del ForumDD, il Parlamento Europeo, nonostante il lobbying di potenti interessi, ha compiuto alcune mosse in questa direzione: è fondamentale completare il compito; è una delle cartine di tornasole del genuino impegno sociale di chi sarà eletto/a. E poi serve anche una rete di facoltà di scienze mediche e infermieristiche con status europeo, come attualmente è l’Istituto Universitario Europeo a Fiesole.

 

 

The EU can be a bulwark against the privatization of universal public services and should play a decisive role in reviving them. This is not an easy task, but it is possible. There are three connected factors looming over Europe in the coming decades that are likely to have disruptive effects on health: the sheer numbers of the elderly, the relative aging of the population, and the rising cost of care. Moreover, the way the Covid pandemic was managed has demonstrated the highly negative effects of the concentration of knowledge on the cost of vaccines and thus on the resilience of national health systems. Precisely by building on the lessons of the pandemic, however, it is possible to identify some antidotes. These include, first and foremost, the creation of a supranational, Europe-wide public infrastructure, modelled on CERN, to: conduct research; produce and distribute drugs, vaccines and other goods; source knowledge-based biomedical services; and create a new generation of researchers, doctors, nurses and qualified health personnel, in acutely short supply today, whose training and professional life should be European, with synergies between national and supranational levels. We also need a network of medical and nursing faculties with European status, on the model of the European University Institute in Fiesole. In the current legislature, prompted by a proposal put forward by ForumDD, the European Parliament has made some moves in this direction, despite lobbying by powerful interests. It is crucial to complete the task as it is a litmus test of the genuine social commitment of future elected members.