Quale Europa

Europa-mondo.
Radici e missione internazionale dell’Unione

Ugo Pagano

Ugo Pagano è professore emerito all’Università di Siena, dove è stato direttore del Dipartimento di Economia politica e ordinario di Politica economica. Ha a lungo coordinato il dottorato congiunto in economia delle Università di Firenze, Siena e Pisa e ha conseguito il PhD presso l’Università di Cambridge, dove è stato successivamente docente alla Facoltà di Economia e Fellow del Pembroke College.

Ugo Pagano

L’immagine dell’Europa fuori dall’Europa è da secoli bipolare. Al suo interno, l’Europa, ha sviluppato libertà, democrazia e una scienza aperta, che è ormai un bene globale condiviso da tutti e tutte. Ma l’Europa è stata anche artefice di un colonialismo aggressivo, di un crudele commercio di schiavi e di molteplici atti di rapacità economica. Lo è stata anche di recente quando, durante la pandemia, e nonostante il voto contrario del Parlamento Europeo, si è opposta alla sospensiva dei brevetti sui vaccini per il Covid 19 proposta al World Trade Organization da India e Sud-Africa, risultando determinante grazie ai suoi 26 voti. Bisogna voltare pagina. Una maggiore condivisione globale delle conoscenze non darebbe all’UE solo un’economia più prospera e una divisione della ricchezza meno diseguale. Ridurrebbe anche i rischi di proliferazione dell’industria militarizzata e di escalation dei conflitti militari. L’UE deve recuperare un ruolo internazionale, con una politica che metta in evidenza il forte legame esistente fra la condivisione delle conoscenze e la cooperazione internazionale. In questo potrebbe anche contare sull’appoggio del Sud del mondo. Difficile da realizzare? Assolutamente no, basta ricordarsi il motivo per cui è nata l’Europa: farla finita con millenni di guerre intestine. E dunque l’Unione dovrebbe proporre una radicale riforma degli accordi che hanno coniato e iper-tutelato la “proprietà intellettuale”, lungo linee che il ForumDD ha indicato da tempo.

 

 

The image of Europe outside Europe has been bipolar for centuries. Inside its borders, Europe has developed freedom, democracy and an open science, which is now a global good shared by all. But outside, Europe has also been the architect of aggressive colonialism, a cruel slave trade and multiple acts of economic rapacity. It has recently behaved in a similar fashion when, during the Covid pandemic, and despite the European Parliament’s vote against it, it opposed the suspension of vaccine patents for Covid 19 proposed by India and South Africa to the World Trade Organization, and proved decisive thanks to its 26 votes. This has to change. Greater global knowledge sharing would not only give the EU a more prosperous economy and a fairer division of wealth. It would also reduce the risks of a proliferation of the military industry and the escalation of military conflict. The EU needs to regain an international role by adopting policies that emphasize the strong link between knowledge sharing and international cooperation. It could also count on the support of the Global South to this end. Is it so hard to achieve? Absolutely not. The EU was created to put an end to millennia of internecine wars. For this reason, it should propose a radical reform of the agreements that coined the term “intellectual property” and went on to hyper-protect the concept, along lines that ForumDD has long indicated.