Quale Europa

Coesione: obiettivo e strumento che dà senso all’Unione

Fabrizio Barca, Sabina De Luca

Fabrizio Barca, statistico ed economista, co-coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità. È stato ministro per la Coe- sione territoriale, capo dipartimento della politica pubblica per lo sviluppo nel ministero Economia e Finanze, presidente del Co- mitato Ocse per le politiche territoriali, special advisor della Commissione europea, dirigente di ricerca in Banca d’Italia. Ha insegnato nelle Università europee e ha scritto sul governo socie- tario, sul capitalismo e sul policy-making.

Sabina De Luca, componente del coordinamento del Forum Disuguaglianze e Diversità, nell’ambito del quale cura le attività legate alle politiche di sviluppo, ha dedicato gran parte della sua vita professionale alle politiche di coesione, dapprima con attività di ricerca e successivamente all’interno della Pubblica ammini- strazione, dove ha ricoperto, tra gli altri, l’incarico di capo del Di- partimento per le Politiche di sviluppo e coesione.

Sabina De Luca

L’Unione Europea è nata con una visione forte di coesione come adattamento reciproco e compattezza fra cittadini e cittadine dell’Unione stessa. Come ricercare la pace, altrimenti? Un contributo effettivo nella direzione della coesione è venuto dalla maturazione e adozione di un metodo di politica pubblica “sensibile alle persone nei luoghi” soprattutto a partire dall’Agenda del 2009. Ma l’attuazione di questa strategia nella programmazione 2021-27 non è stata affatto soddisfacente. Il metodo place-based non è diventato patrimonio e bandiera della politica di coesione europea, la quale ha preferito la più semplice logica dei “progetti cantierabili” con spesa rapida che, producendo salari, profitti e molte rendite, offrono una mera compensazione a una società che vive le distorsioni descritte nel capitolo “Disuguaglianze. Le tante fratture socio-economiche”. Insomma, di fronte all’aumentare delle disuguaglianze e delle fragilità, un cantiere in più sembra essere una buona risposta per la politica. Al contrario, si tratta di uno sbaglio: gli effetti di una simile strategia sono dannosi a medio e lungo termine. Gli strumenti essenziali del metodo place-based mancano anche nel PNRR. La responsabilità del prossimo Parlamento Europeo è, dunque, quella di ridare forza al mandato “coesione”, tornando al metodo europeo delle politiche sensibili alle persone nei luoghi, attraverso sei azioni: governare la complessità rinnovando le amministrazioni; irrobustire i centri; sfuggire ai silos settoriali; apprendere dai risultati; assicurare addizionalità finanziaria e strategica; ventisette contratti nazionali con missioni strategiche, verticali e territoriali.

 

 

The EU was born with a strong vision of cohesion, in the sense of mutual adaptation and solidarity among citizens. How else to seek peace? The “place-based method” — that is, public policies sensitive to people in places — adopted following the 2009 Agenda has made an effective contribution to this cohesion. However, implementation of the strategy has been far from satisfactory. The place-based method has not been turned into a banner of European cohesion policy, which has preferred the simpler logic of “ready-to-be-implemented projects” with quick spending that produces wages, profits and substantial rents but which is no more than compensation to people and places experiencing the distortions described in the chapter “Inequalities. Multiple socio-economic fractures.” In the face of rising inequality and fragility, such approach may look like a positive policy response. But it is not: the effects are harmful in the medium and long term. The essential tools for implementing a place-based approach are also missing in the NRP. The responsibility of the next European Parliament is, therefore, to reinvigorate the cohesion mandate by returning to the European method of place-sensitive policies by means of a series of timely actions proposed in this book.