Il Protocollo Appalti firmato l’8 Novembre dalle istituzioni, dalle organizzazioni sindacali e dalle imprese rappresenta un momento importante per l’area metropolitana di Bologna, per i lavoratori e per il tessuto economico e produttivo dell’area metropolitana. Istituzioni, sindacati e imprese, hanno scelto di “fare squadra” e “fare sistema” per garantire livelli di tutela elevati orientati alla qualità del lavoro e dei servizi.
Il Protocollo Appalti firmato l’8 Novembre dalle istituzioni, dalle organizzazioni sindacali e dalle imprese rappresenta un momento importante per l’area metropolitana di Bologna, per i lavoratori e per il tessuto economico e produttivo dell’area metropolitana. Istituzioni, sindacati e imprese, hanno scelto di “fare squadra” e “fare sistema” per garantire livelli di tutela elevati orientati alla qualità del lavoro e dei servizi. Il Protocollo Appalti serve ad auto-limitare la discrezionalità della pubblica amministrazione, in qualità di stazione appaltante, in ragione del perseguimento di determinati interessi pubblici. In attesa che il Governo o il Parlamento decidano di rivedere la normativa del c.d. “blocca cantieri”, il Comune di Bologna ha scelto, insieme alle parti sociali, di predeterminare i motivi di interesse generale per cui si applicherà il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa (OEV) al posto del criterio del massimo ribasso.
Le Parti firmatarie, nel prendere atto delle criticità sollevate da più fronti in riferimento al D.L 55/2019, hanno convenuto che l’obiettivo della sburocratizzazione delle norme inerenti all’esecuzione dei lavori pubblici, non possa divenire pretesto per eliminare le regole atte a garantire la tutela per i lavoratori e la sicurezza nei luoghi di lavoro e prevenire la possibilità di infiltrazioni delle mafie e delle criminalità organizzate che condizionano l’economia, come dimostrato anche dal recente “processo Aemilia”. Il problema in Italia non è l’anti-corruzione, ma la corruzione. Non sono gli adempimenti a tutela della legalità, ma l’illegalità diffusa.
In un territorio urbano che ha il tasso di disoccupazione più basso d’Italia ed il più alto tasso di occupazione femminile, l’elemento determinante per la scelta della committenza negli appalti deve essere la qualità del lavoro, dei materiali impiegati e dei servizi erogati, tenendo insieme la sostenibilità economica, ambientale e sociale. Può un Comune attraverso la materia degli appalti pubblici essere un driver di innovazione sociale? Questa è la domanda fondamentale alla quale abbiamo cercato di dare risposta durante i negoziati per l’approvazione del testo, nella convinzione che, per essere credibili ed autorevoli quando si chiede il rispetto delle regole ai soggetti privati, bisogna prima provare a dare il buon esempio come soggetti pubblici.
Legalità, lavoro regolare e sicuro, giustizia sociale, clausole sociali, qualità dei servizi alle persone, accessibilità e inclusione, tutela ambientale, valorizzazione della territorialità e della filiera corta, trasparenza e monitoraggio civico, celerità e garanzie dei tempi: ad ognuno di questi valori del Protocollo Appalti corrispondo azioni e strumenti concreti. Con particolare riferimento al tema della “Giustizia Sociale”, il Comune di Bologna ha deciso di stringere un’Alleanza con il ForumDD per attuare il programma Atkinson attraverso una collaborazione strategica finalizzata ad adottare tre proposte in materia di appalti di acquisto e servizi:
- gli appalti innovativi a misure di persone (cui fanno riferimento: talune disposizioni in materia di utilizzo delle tecnologie assistive per l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con disabilità; le clausole sociali di riassorbimento e di protezione, con valore di premialità per le imprese che inseriscono lavoratori fragili o in condizione di svantaggio; “green public procurement” con l’esclusione di procedure di acquisto di materiali monouso non ecosostenibili – c.d. plastic free – e soprattutto con la sostituzione del criterio del “prezzo di acquisto dei beni e servizi” con il criterio del “ciclo di vita dei prodotti” in modo da internalizzare i costi di manutenzione, smaltimento, riciclo e recupero, nella prospettiva dell’economia circolare);
- i minimi contrattuali, previsti dai contratti collettivi firmati dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative e contrasto alle irregolarità (il Comune di Bologna si impegna a rispettare sempre i minimi previsti dai CCNL e da quelli integrativi territoriali, sottoscritti dalle OOSS maggiormente rappresentative, nonché a salvaguardare standard minimi di tutela per i lavoratori ed i collaboratori delle piattaforme digitali come garantiti dalla “Carta dei diritti fondamentali del lavoro digitale nel contesto urbano”);
- promuovere la conoscenza e l’utilizzo dello strumento relativo all’impresa rigenerata dal lavoro (workers buyout) e favorire la nuova imprenditorialità (impegnandosi a promuovere l’acquisto di imprese in crisi o in difficile transizione generazionale da parte dei suoi lavoratori e lavoratrici, salvo che sussista la volontà della maggioranza dei lavoratori; promuovere la formazione di nuova imprenditorialità giovanile; anticipare la soglia di attivazione dei tavoli di salvaguardia, rispetto alle aziende in crisi).
In coerenza con l’alleanza stipulata con il ForumDD, nel testo del Protocollo Appalti si ritrovano due ulteriori principi di “metodo” per favorire la massima trasparenza e la più ampia partecipazione dei cittadini. La promozione di pratiche civiche che consentano di orientare le innovazioni tecnologiche ai bisogni delle persone e dei ceti deboli, come la co-progettazione del bando di gara e la partecipazione civica nella progettazione dei lavori e dei servizi, nonché all’esecuzione degli stessi. A garanzia di una maggiore trasparenza ed efficacia del Protocollo, il Comune di Bologna si impegna a rendere visibile l’intera filiera delle gare, creando di concerto con le Parti firmatarie un database in cui sarà possibile accedere ad una mappatura degli appalti e delle concessioni in essere da tenere aggiornato. In tal modo si garantirà il monitoraggio civico della filiera degli appalti che, nel pieno rispetto della normativa europea e nazionale in materia di privacy, consentirà la partecipazione di enti autonomi ed indipendenti (come il ForumDD) di verificare l’osservanza degli obblighi previsti nel Protocollo Appalti.