Il laboratorio partecipato e aperto #primalepersone, creatosi spontaneamente attorno all’idea della Marcia cittadina dello scorso 4 maggio, continua il suo percorso per provare a superare un dibattito auto-centrato e costruire un confronto ampio e attento all’impegno civile e per questo in grado di determinare senso di appartenenza, voglia di impegno e provocare emozioni.
* Questo articolo è stato pubblicato sull’edizione di Napoli di Repubblica il 12 giugno 2019.
C’è un concetto che attraversa e caratterizza tutte le diverse fasi del percorso di #primalepersone ed è quello della “rete orizzontale”. Siamo stati orizzontali nel tentativo di (ri)aprire l’orizzonte di uno spazio democratico, in cui la cultura della sinistra potesse incontrarsi con gli altri pensieri democratici che non ci stanno nel vedere il Paese trasformato nel luogo del rancore, della paura delle differenze, della diffidenza e fastidio nei confronti di ogni forma di ospitalità, delle disuguaglianze incancrenite e ingiuste del lavoro vissuto non più come “diritto” ma come “dono”.
Ecco se c’è qualcosa che ci convince e ci da spinta in questo percorso di incontri ed eventi culminati nella grande sincera affollata marcia del 4 MAGGIO è che in questo fermento c’è inclusione, consapevolezza dell’interconnessione come passo necessario alla costruzione di qualsivoglia alternativa e nello stesso tempo del sapere che ognuno di noi da solo non è sufficiente.
Molte e molti lavorano nel sociale, nella scuola, tra le donne e contro ogni forma di violenza e discriminazione di genere, nei quartieri di periferia, nelle iniziative tese a promuovere e tutela i diritti delle persone lgbt e contro l’omofobia, nella cultura, nell’università, nel sindacato, tra i migranti, tra le fasce minorili e deboli, nelle carceri, nelle mense, negli ospedali. Insomma c’è una Campania ed una Napoli fatta di mille associazioni e mille teste e mille interventi positivi, costruttivi, profondi umani e sapienti. Continuare a tenere aperto e attivo un sistema orizzontale ed interconnesso come #primalepersone è dunque una possibilità fragile ma fondamentale di rendere abitabile un luogo di incontro, di riflessione comune e di fare condiviso a sia per questa bellissima pluralità di cittadinanza attiva, sia per quei tanti singoli smarriti ed inquieti, confusi e bloccati da un prepotente, diffuso e radicato affacciarsi di istanze di estrema destra culturale, ideologica, politica e sociale.
Un coordinamento che amplifica le voci, che rispetta le individualità e le sfumature differenti, che evita le litigiosità fine a se stesse, come i narcisismi eccessivi: insomma #primalepersone è una rete che vorrebbe praticare la politica dello schieramento unitario minimo ma ultra necessario perché sono in gioco valori fondanti.
E’ in gioco la Costituzione Democratica come pratica reale in ogni ambito. Calpestare il pane, insultare e uccidere le donne, far del male ai bambini, cacciare migranti, rimuovere striscioni, picchiare giovani pacifici e pacifisti, espellere e punire insegnanti, tagliare fondi, criminalizzare le ONG, mostrar muscoli e fili spinati, criticare il Papa, legittimare sparatorie e violenze da “legittima difesa”, demonizzare avversari: il catalogo è ampio ma la misura non è colma. C’è consenso a questo slittamento sovranista che spezzerà in due il paese tra Regioni Ricche del Nord e Regioni Povere del Sud, c’è consenso per chi trasforma il dissenziente in nemico, il diverso in pericoloso e alieno da condannare ed emarginare.
C’è consenso per la Lega e il salvinismo. Certo, in Italia come in Europa, ci vogliono tempi lunghi per ricostruire una identità democratica aperta alle trasformazioni e non arroccata dietro a muri. Una identità preoccupata del futuro ambientale e lavorativo della nostra Comunità ma non chiusa, non razzista, non intollerante ed illiberale. Ci vogliono tempi lunghi e lavori certosini e profondi.
Ma c’è bisogno anche di energie positive e gioiose. C’è bisogno di rovesciare l’isolamento senza perdere ognuno la propria identità. Per questo nell’ultima assemblea al Modernissimo abbiamo immaginato che la Costituzione e i suoi principi possano essere la cornice su cui fare incontrare nuovamente le tante differenze e culture che si sono incontrate in #primalepersone. La Difesa della Costituzione, la pratica della Costituzione come base della Democrazia e della Convivenza, il lasciar spazio ad ognuno in questo percorso, il far confluire forze,energie, conoscenze ed idee in una scadenza da preparare per l’autunno, orizzontalmente uniti e solidali, ognuno con la propria visione e sensibilità e pensiero politico. Una scadenza di presenza e riflessione, di lotta e di difesa della Costituzione e dei diritti fondamentali in essa contenuti. Ma anche gioiosa e piacevole da vivere e da praticare, da arricchire con spazi di cultura, divertimento, arte.
Ecco questa possibilità è #primalepersone: la speranza di gruppi di persone volutamente interconnessi, consapevolmente tolleranti, giocosamente seri, liberi da eccessivi pregiudizi, non ortodossi ne ‘fautori di riti politici’ esclusivamente tradizionali, comunicativi, felici di trovarsi con differenti soggettività, liberi interiormente per essere connessi nel rispetto delle differenze, non presuntuosi ma audaci, non settari ma energici. Ecco: un campo comune di (R)Esistenza, un campo comune delicato ma necessario.
Orizzontali come il mare, come la pianura fertile, come un panorama largo, come un viaggio aperto, come una ricerca necessaria, come una voglia di reazione e partecipazione. Come tradurre tutto questo in politica oggi non è la nostra priorità nè forse la nostra capacità: ma sicuramente #primalepersone, se riuscirà a continuare il suo corso mantenendo una navigazione aperta ed inclusiva, potrà contribuire a fare della Campania un baluardo civile e sacrosanto all’espansione razzista, arrogante, antimeridionalista, autoritaria e violenta di tanta politica di oggi. Perché in Campania e a Napoli ci si gioca una partita nazionale, ci si gioca la possibilità di arginare la deriva tremenda che si impadronisce, con la paura le minacce e la retorica, delle nostre anime di cittadini democratici.
La foto è tratta dalla pagina Facebook di Prima le persone.