La trasformazione verde è un processo condiviso con obiettivi chiari. E non un enunciato. Charles Sabel in missione in Italia su invito del Forum Disuguaglianze e Diversità ne parla con Rossella Muroni. L’intervista è stata realizzata da Fabrizio Barca, co-coordinatore del ForumDD e pubblicata sul numero de L’Espresso del 3 novembre 2023
Come accelerare la transizione e la trasformazione ecologica imposta dal collasso climatico? Il cambiamento, tumultuoso, è in atto. Tocca tutte le dimensioni della nostra vita. Gli Stati investono e fissano target. Ma siamo in confusione. Pesa l’assenza di un governo del processo che affronti le complessità, ascolti e promuova chi assume il rischio di innovare, penalizzi i conservatori, provi nei fatti che «ambientale» non è nemico di «sociale». Una strada sta nelle proposte di Fixing the Climate, che Charles Sabel, professore di Diritto e scienze sociali alla Columbia Law School, ha estratto (con David Victor) da esperienze concrete. Il Forum Disuguaglianze Diversità ha invitato Sabel per una missione in Italia, fitta di incontri con le punte avanzate delle nostre “imprese verdi”, ricercatori, ambientalisti, Cgil, Asvis. Sabel e Rossella Muroni, che guida Nuove Ri-Generazioni, raccontano le chance dell’Italia.
Evochiamo la trasformazione ecologica ogni volta che il collasso climatico ci esplode in faccia. Le generazioni più giovani la sentono come una priorità. Le direttrici tecnologiche sono chiare. Molte imprese corrono. Ma le istituzioni sono confuse e il senso comune frena: «Se acceleriamo sarà un bagno di sangue. Per lavoro e più vulnerabili». Cosa rispondere? Che sarà «un pranzo di gala»?
Charles Sabel (CS): «Certo, no! Ma non sarà neppure un bagno di sangue, se la trasformazione sarà coordinata da un programma politico, frutto di dialogo nazionale. Da una mappa generale e opaca del cambiamento dobbiamo arrivare, con uno zoom, a vedere ostacoli, opportunità, traguardi e navigare così, con coraggio, lungo rotte visibili, settore per settore, luogo per luogo».
Rossella Muroni (RM): «Non possiamo realizzare la trasformazione per inerzia. A esporre i più vulnerabili non è la velocità della trasformazione, ma la mancanza di guida. Dalla confusione bisogna uscire concordando democraticamente la rotta».
Rispetto agli altri Paesi occidentali, come è messa l’Italia?