Alcune idee di ActionAid per intervenire sul tema della giustizia economica in ottica di genere: il caso della Regione Lombardia.
Il rapporto Sulle spalle delle donne si inserisce nel quadro del programma di ActionAid per la promozione dei diritti delle donne, della giustizia economica e della riduzione del carico sproporzionato sulle donne.
La Regione Lombardia è stata scelta come case study.
1. Lo scenario attuale
1.1 Il problema
L’inadeguata copertura del servizio per la prima infanzia ha come principale effetto quello di limitare l’offerta di lavoro femminile. Per dare un’idea del fenomeno si consideri l’indagine ISTAT riportata nella tabella seguente:
Sono identificabili 3 differenti tipologie di servizi rivolti alla prima infanzia: i servizi all’infanzia veri e propri, i congedi e i trasferimenti monetari.
1.2 Misure e investimenti
Al giorno di oggi esiste una grande difformità fra le Regioni rispetto ai servizi esistenti così come riportato nella tabelle di seguito:
All’interno della recente riforma della Buona Scuola è stato previsto un riordino del ciclo della scuola dell’infanzia con l’estensione alla classe di età 0-2 anni obbligando anche i Comuni a coprire tale fascia di età.
I servizi alla prima infanzia in Lombardia
Secondo i dati EU-SILC, l’indicatore di presa in carico degli utenti da parte degli asili nido operanti nella Regione Lombardia è pari, nel 2014, a 21,6 per 100 residenti tra 0 e 2 anni anche se l’UE ha stabilito come soglia da raggiungere, entro il 2010, almeno il 33% dei bambini in questa fascia d’età.
I congedi
I congedi sono delle misure a carattere nazionale, regolamentate ed erogate in modo uniforme su tutto il territorio. Di seguito la tabella esplicativa per gli uomini in Lombardia ed in Italia del congedo parentale:
Di seguito, a titolo informativo, sono indicate le tipologie di Congedi parentali in Italia:
I trasferimenti monetari
Esistono diverse forme di supporto economico per le famiglie in base al reddito o alla categoria di appartenenza che, quindi, non sono universali: assegni al nucleo familiare, assegni per il nucleo familiare con almeno tre figli minori, voucher maternità per l’acquisto di servizi di baby-sitting e assegno di natalità.
Dal 2011 in poi gli assegni sono stati finanziati con una cifra nettamente superiore alle risorse destinate dai Comuni per i servizi alla prima infanzia.
2. Una simulazione in Lombardia
2.1 Quante risorse servono?
Per raggiungere l’obiettivo del 33%, in Lombardia sarebbe necessario investire all’incirca ulteriori 253,9 milioni di euro.
2.2 Quale impatto sull’occupazione femminile?
La tabella sottostante mostra che l’aumento del numero delle donne occupate porterebbe un miglioramento in termini di reddito delle famiglie e di sviluppo umano, oltre che a maggiori entrate tributarie per lo Stato.
2.3 Più investimenti negli asili nido
Si presentano di seguito otto scenari per l’aumento della spesa per asili nido che seguono il criterio della razionalizzazione dei costi attuali e che riflettono delle ipotesi crescenti di spesa:
Ciò che maggiormente risalta è che un taglio nelle erogazioni degli assegni al nucleo familiare e al bonus bebè, a favore di più risorse per asili nido, possa nel lungo periodo generare sia una maggiore parità tra donne e uomini nell’accesso al lavoro retribuito, sia benefici in termini di prevenzione e contrasto alla povertà.
2.4 Più congedi per i papà
Ci focalizziamo sui congedi parentali poiché con una quota più consistente di congedo ci sarebbe una maggiore assunzione di responsabilità di cura da parte del padre al posto della madre.