Elena Granaglia e Salvatore Morelli restituiscono, attraverso una serie di dati, la fotografia delle gravi disuguaglianze generazionali in Italia. Rispondendo punto per punto alle obiezioni che sono state sollevate nei tanti luoghi in cui si è dibattuto della proposta, spiegano l’importanza di dare un’eredità universale e non condizionata a tutti i e le diciottenni: uno strumento in grado di aumentare la libertà dei giovani di perseguire il proprio piano di vita diminuendo al tempo stesso la concentrazione della ricchezza.
Una società che non garantisce opportunità ai giovani e alle giovani è anche una società che mette a repentaglio la sostenibilità dello sviluppo. Questi fenomeni negativi – è importante tenere a mente il punto – non sono accompagnati a un generale impoverimento della popolazione. Al contrario, nel nostro paese la ricchezza ha continuato a crescere, diventando sempre più concentrata nelle mani di pochi. I giovani invece diventano sempre più poveri, come certificano i dati ISTAT.
Insieme al Forum DD, nel Marzo 2019 abbiamo avanzato una proposta che vuole prendere di petto la crisi generazionale, redistribuendo potere ai giovani e alle giovani, intercettando il fermento e le energie ancora presenti in tutto il territorio. La proposta, ovviamente aperta a modifiche a seguito della discussione pubblica, è quella di istituire una eredità universale per tutti i/le neo diciottenni in Italia, finanziata attraverso una riorganizzazione, in chiave progressiva, del sistema di tassazione dei trasferimenti di ricchezza durante la vita. L’obiettivo è livellare un po’ verso il basso le grandi fortune ereditate dai singoli nel corso della propria vita e livellare un po’ verso l’alto le basi su cui si può contare nella fase cruciale di transizione verso la vita adulta. Servizi di sostegno alle scelte relative all’uso dell’eredità completano la proposta. È importante che questi tre interventi siano tenuti insieme: tassazione progressiva, trasferimento e accompagnamento alle scelte. Un ulteriore effetto desiderabile è la diminuzione della concentrazione della ricchezza, con effetti positivi per la vitalità della democrazia.
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Va bene l’uguaglianza di opportunità, ma perché questa proposta? Alcune risposte alle tante obiezioni sollevate all’eredità universale
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Obiezione: Perché lasciare i giovani liberi di spendere senza imporre condizioni di utilizzo delle risorse? I ragazzi sprecherebbero soldi di tutti! Peggio, i soldi verrebbero usate in attività illecite!
Risposta: Ogni volta che si parla di dare ai cittadini risorse monetarie si denuncia il rischio di “spreco”. Ma, cosa si può classificare come spreco? Un viaggio all’estero dopo il diploma o l’acquisto di una macchina se si risiede in un’area interna o non ben collegata dai mezzi pubblici? Spendere i soldi in attività illecite è, inoltre, già punito dalla legge e le norme esistenti sono sufficienti senza richiedere alcun ulteriore vincolo. La condizionalità, infine, pone costi amministrativi di monitoraggio e di risoluzione di casi specifici oltre a richiedere una base informativa complessa per permetterne il monitoraggio. A ciò si sommano i rischi di aggiramento o elusione delle stesse condizionalità.
In ogni caso, si tratta di scelte valoriali. In linea con la prospettiva delle capacità sviluppata da Amartya Sen, ciò che abbiamo a cuore è espandere le libertà effettive dei giovani in opposizione a quello che a noi appaiono rischi diffusi di paternalismo. Forse meglio aiutare a finanziare un mutuo per la casa, come alcuni propongono, così legando i giovani a determinati luoghi, magari vicino ai genitori? A noi sembra meglio, per una volta, lasciare i giovani e le giovani liberi di decidere, migliorando, fra l’altro, anche il dinamismo dell’economia.
Certo, non sottovalutiamo i rischi di abusi e siamo ben consapevoli che non tutti hanno le capacità e gli strumenti per effettuare scelte oculate e per trasformare le risorse in opportunità. Esistono, tuttavia, antidoti. La soluzione da noi proposta prevede di istituire – sin dai 14 anni – servizi che aiutino a prendere decisioni informate e oculate, a rafforzare le competenze e conoscenze finanziarie, manageriali e di programmazione, a sostenere attivamente le capacità di scelta dei ragazzi coinvolgendo le scuole secondarie e istituendo gruppi territoriali (associazioni di cittadinanza attiva, associazioni religiose, comitati cittadini etc.) ed una rete formativa costruita con imprese, banche, ed istituzioni locali per un vero e proprio welfare di comunità. L’erogazione dell’eredità universale non avverrebbe dunque dalla sera alla mattina.
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Obiezione: Si tassano risorse già tassate, penalizzando i più virtuosi
Risposta: La tassazione pone molto spesso rischi di doppia tassazione, eppure è perseguita. La tassazione dei frutti del risparmio, ad esempio, potrebbe essere concepita come una doppia tassazione alla luce del fatto che il reddito è già stato tassato in capo al contribuente. Ragionamento simile vale per imposte come l’IVA e l’IRAP, entrambe basate sul valore aggiunto. L’imposta di successione, fra le imposte, è quella che pone meno rischi di doppia tassazione. Chi eredita o riceve una donazione non ha mai pagato un’imposta sul regalo ricevuto. Invece, appare più ragionevole prevedere delle esenzioni per i trasferimenti di risorse fra coniugi.
Rispetto poi alla supposta penalizzazione dei virtuosi, che hanno accumulato nel corso della vita, bisognerebbe chiedersi: ereditare grandi patrimoni è forse più “virtuoso” di lavorare? Chi eredita oggi 1 milione di euro in risparmi e attività finanziarie dai propri genitori sarebbe chiamato a versare zero imposte, mentre un lavoratore con uno stipendio annuo lordo di 23mila euro impiegherebbe 45 anni di lavoro per guadagnare la stessa cifra, a fronte della quale, avrà versato più di 400mila euro di imposte sul reddito e di contributi sociali. La proposta che noi avanziamo riequilibrerebbe di poco questo enorme squilibrio a favore delle risorse ottenute tramite eredità o donazioni. Nell’esempio formulato, al posto di zero si dovrebbe versare 25 mila euro di imposte.
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