Questo articolo è uscito sul blog Huffington Post del ForumDD il 22 ottobre 2019. Articolo di Alessia Zabatino
Qualche settimana fa il New York Times ha pubblicato un articolo di Sarah Smarsh, autrice divenuta famosa per un memoir in cui racconta l’America rurale della sua giovinezza attraverso la storia della sua famiglia che decide di rimanere a vivere lontano dalla città. Nell’articolo la Smarsh ritorna sul tema della vita rurale e mette a fuoco un processo di cambiamento in atto determinante per il futuro del suo Paese. Se nell’era dell’industrializzazione non si poteva non affrontare il tema del “brain drain”, cioè lo spostamento delle persone dalle aree rurali alle aree urbane, adesso i dati dicono che è in atto un flusso inverso di una portata tale da poter parlare di “brain gain”, ossia un aumento del numero di persone ad alta scolarizzazione che tornano a vivere o decidono di iniziare una nuova vita nell’America rurale.
Nell’articolo l’autrice fa riferimento a studi accademici per sostenere, dati alla mano, che chi vive nelle aree rurali americane ha un livello di benessere economico e sociale più elevato, sta meglio delle generazioni precedenti e si pensa che l’ascensore sociale funzionerà anche per le generazioni successive. Alcuni di questi “ritornanti” o nuovi residenti vengono definiti dalla Smarsh “heroes of the American odyssey” perché sono capaci di vedere potenzialità lì dove gli altri vedono il vuoto, generando processi diversificati e vitali di sviluppo.