L’accompagnamento sul campo come processo che può aiutare ad individuare partner e alleati, ad ampliare la propria comunità di riferimento, e a supportare le realtà nella definizione dei loro obiettivi rafforzando così il loro ruolo di agenti del cambiamento per e con la città. Un contributo di Patrizia Dal Santo
La cooperativa sociale ZAC!, Zone Attive di Cittadinanza, è nata nel 2014 dall’associazione Ecoredia, Gruppo d’Acquisto Solidale storico della città di Ivrea. Fin dall’inizio perciò ha avuto chiarissimo l’obiettivo di lavorare per la giustizia ambientale e sociale attraverso il consumo critico, la diffusione di stili di vita sostenibili e il sostegno all’economia solidale. Nel perseguire questo obiettivo ha potuto contare sulla forza dell’alleanza con Ecoredia, con il circolo locale di Legambiente, con il circuito dei produttori affiliati al G.A.S. e con una base sociale consapevole e attiva, in parte mutuata dal gruppo d’acquisto.
Nella costruzione dello ZAC! sono però entrate fin da subito altre istanze di promozione della cittadinanza attiva, di rigenerazione urbana e di innovazione sociale, che in parte erano già presenti nelle intenzioni e nelle visioni del gruppo fondatore, in parte sono state ispirate dal luogo stesso che la cooperativa ha preso in gestione: lo ZAC! infatti occupa alcuni spazi all’interno del nuovo Movicentro cittadino, luogo di passaggio e di contaminazione, naturalmente aperto alle frequentazioni più diverse e in particolare a quella dei giovani delle vicine scuole superiori. Rispetto a queste nuove sfide la cooperativa, pur a fronte di una spinta motivazionale molto forte, si trovava sicuramente più impreparata e ha dovuto costruirsi sul campo, spesso in un percorso di tentativi ed errori, la consapevolezza del proprio ruolo, gli strumenti di lavoro e le reti di collaborazione. In questo percorso è stato molto rilevante il percorso di accompagnamento sul campo che ci è stato offerto nell’ambito del bando Open2Change per l’innovazione culturale, che lo ZAC! ha voluto declinare sull’ingaggio dei giovani under 25: l’affiancamento delle innovatrici dell’associazione Dynamoscopio ci ha permesso di formarci, costruendo conoscenze di base comuni al nostro interno, di migliorare le nostre capacità di analisi dei bisogni e di progettazione partecipata, e di costruire una rete di collaborazioni più ampia, anche se ancora poco strutturata.
Possiamo dire oggi di essere più consapevoli del nostro ruolo, come spazio di rigenerazione urbana su base culturale, e di avere “conquistato” una serie di alleati in questa missione, quali le scuole superiori, i servizi socio-assistenziali e alcune agenzie culturali della città. Siamo però altrettanto consapevoli delle nostre debolezze: il rischio di scollamento tra una leadership “eroica” e la base dei soci e dei collaboratori, sempre presente malgrado gli sforzi di formazione interna, di condivisione delle responsabilità e di ampliamento della compagine; la fatica amministrativa e organizzativa della quotidianità, figlia forse dell’inesperienza iniziale che rende a volte la nostra azione dispersiva e inefficace; la precarietà dei rapporti con le istituzioni, in particolare con l’amministrazione comunale; la difficoltà a comunicare un’immagine di noi e della nostra visione corrispondente alle nostre potenzialità, alle nostre risorse e al ruolo che sentiamo di poter avere per la città.
Crediamo che un processo di accompagnamento sul campo offra molte opportunità: in primo luogo quella di aiutarci ad individuare partner locali e sovralocali che ci possano di volta in volta formare, sostenere economicamente, supportare tecnicamente e soprattutto siano al nostro fianco come alleati forti, capaci di dare autorevolezza alla rete, anche nel confronto con istituzioni non sempre favorevoli, e di ampliare la nostra comunità di riferimento. In secondo luogo abbiamo visto nella nostra precedente esperienza di accompagnamento sul campo, l’utilità di un percorso formativo “sartoriale”, che ci accompagni a analizzare correttamente le nostre lacune e impreparazioni e a definire meglio gli obiettivi e i contenuti specifici coerenti con le sfide che ci siamo posti, in particolare aiutandoci a integrare fra loro i diversi temi che maggiormente ci caratterizzano, della giustizia sociale e ambientale e della creazione di opportunità di crescita e di scelta per i giovani e le giovani, per renderci capaci di un’azione globale e sistemica e non settoriale.