Le disuguaglianze territoriali sono aumentate negli ultimi decenni in tutto l’Occidente (cfr. OECD Ministerial Council Statement, 2017). L’aumento delle disuguaglianze ha colpito soprattutto le persone concentrate nelle periferie, nelle piccole città e nelle vaste aree rurali di ogni paese.
Per quanto riguarda le aree rurali – che raccolgono ancora in Europa e Nord-America circa il 28% della popolazione – esse presentano un più elevato rischio di povertà ed esclusione sociale delle aree urbane (cfr. Rapporto della Commissione Europea e UN-Habitat The State of European Cities) anche se il divario si è andato restringendo durante la crisi; queste aree però sono sfavorite soprattutto sul piano dei servizi sociali e del riconoscimento dei ruoli e dei valori delle persone che li abitano.
Le forti disuguaglianze economiche e sociali all’interno delle aree urbane sono ampiamente documentate (cfr. OECD Regional Outlook 2016, Productive Regions for Inclusive Societies). Tali disuguaglianze dipendono dal fatto che i vantaggi – come la presenza di centri universitari e di ricerca o l’interazione fra lavoratori con elevate competenze – riguardano alcuni mentre gli svantaggi – come l’alta insicurezza, l’inquinamento ambientale e acustico, la segregazione e la presenza di abitazioni affollate e degradate – colpiscono altri.