La pastorizia è da sempre la spina dorsale delle aree interne e montane. Promotori di un cambiamento culturale, i pastori stanno avviando un percorso di lavoro comune per proporsi come soggetti attivi sui tavoli nazionali e regionali in cui si decidono le politiche territoriali.
Questa è la storia dell’incrocio tra la Strategia Nazionale Aree interne (SNAI) e la Rete Appia, la rete italiana della Pastorizia. La Rete nasce con l’intento di attivare un percorso di riconoscimento dei valori culturali e sociali della pastorizia e del suo potenziale ruolo di presidio produttivo e ambientale dei territori montani, in un’ottica di sostenibilità e di salvaguardia della biodiversità. La Snai attraverso percorsi di coprogettazione tra vari livelli di governo e l’ascolto mirato degli attori rilevanti nelle 72 aree di intervento selezionate si pone l’obiettivo di definire strategie territoriali in grado di garantire l’inversione di tendenza delle dinamiche attuali in queste aree, che nell’ultimo trentennio hanno subito un crollo demografico rilevante.
In molte aree interne e montane la pastorizia – basata sull’allevamento estensivo a pascolo brado di diverse specie – è l’unica attività economica in grado di mantenere una presenza produttiva sui territori. Si tratta di zone che hanno subito rilevanti fenomeni di abbandono della Superficie Agricola Utilizzata (SAU) nel trentennio tra il 1980 e il 2010 e dove spesso si rileva un’importanza degli allevamenti zootecnici superiore alla media nazionale, unitamente ad una scarsa remuneratività. In molte aree la forte incidenza tra gli utilizzi delle superfici della destinazione a prati permanenti e pascoli e la dimensione contenuta in termini di Unità di Bestiame Adulto (UBA) degli allevamenti testimoniano la presenza di sistemi agricoli e zootecnici estensivi.
Dall’ascolto effettuato sui territori SNAI è emerso che l’elemento cardine per assicurare la sostenibilità della pastorizia è rappresentato dall’avvio di processi di diffusione di innovazioni tecniche e organizzative specifiche che consentano il raggiungimento di standard qualitativi e di prezzo molto elevati e contemplino il rafforzamento della cooperazione tra gli operatori locali. L’introduzione di innovazioni, tecniche e organizzative – scelte tra quelle disponibili e coerenti con le vocazioni e le caratteristiche delle produzioni locali – richiede un forte accompagnamento e un sostanziale apporto in termini di conoscenza e formazione agli operatori del settore, che veda il coinvolgimento di centri di ricerca, formatori, veterinari.
Importanza degli allevamenti zootecnici nelle aree SNAI
Elaborazioni CREA-PB su dati censimenti agricoltura 2010
*Istruttoria per la selezione in corso
L’incontro tra la Rete Appia e la SNAI ha dato vita alla visione e al progetto delle scuole itineranti della pastorizia nel solco delle cattedre ambulanti di agricoltura dei secoli scorsi. La scuola si rivolge specificamente agli allevatori, ma tiene conto anche dell’esigenza di coinvolgere in maniera attiva altri attori rilevanti nei territori come veterinari, guardia parchi, autorità locali e della necessità di includere e integrare anche gli operatori stranieri/immigrati che rappresentano una parte importante della forza lavoro del settore.
Questo progetto inizia a delinearsi nei primi mesi del 2017 a seguito di un primo confronto tra ricercatori e produttori della rete Appia e i ricercatori CREA, da cui scaturisce la decisione di avviare una collaborazione per promuovere l’utilizzo della formazione a sostegno dell’innovazione dei sistemi pastorali locali . L’obiettivo è definire un modello applicabile a diversi contesti territoriali e utile ad accompagnare il trasferimento e la diffusione di innovazioni, attraverso azioni di informazione, interventi formativi, azioni dimostrative e di tutoraggio (articolabili in moduli distinti, pensati in un’ottica interattiva, e attivabili attraverso strumenti e approcci differenziati). Successivamente, nell’ambito del Forum Aree interne 2017, la sessione “Formazione, innovazione e zootecnia sostenibile nelle aree interne” ha avviato un confronto, con l’apporto di CREA, Rete APPIA e IZSUM, finalizzato all’individuazione di linee di azione, utili ad accompagnare il trasferimento e la diffusione di innovazioni, da sperimentare concretamente nei territori SNAI. L’idea di fondo è di proporre in fase di coprogettazione l’inserimento di questa tipologia di interventi nelle strategie di quelle aree SNAI, in cui il settore assuma un carattere di rilevanza e sussista un interesse sul tema. Le strategie fino ad oggi sviluppate e in corso di definizione prendono in considerazione in molti casi interventi per la pastorizia e la zootecnia estensiva che mirano a sostenere l’innovazione del settore mettendo in campo anche interventi formativi mirati (Montagna Materana, Alta Irpinia, Val fino Vestina, Valle Maira, Mercure Alto Sinni, Valnerina, , Comelico, Agordino, Cilento Interno).
Nel febbraio 2018 ad Anversa degli Abruzzi (AQ) il Comitato Aree Interne ed il CREA hanno incontrato la rete APPIA, rappresentata da Nunzio Marcelli, pastore-filosofo nella sua azienda (la foto di copertina di questo pezzo è scattata presso la sua azienda agricola La Porta dei Parchi, ad Anversa degli Abruzzi). Si è parlato di montagne ripopolate di capre e di pastori, di migranti e nuovi rurali, di un formaggio “talebano” nato dall’incontro tra Nunzio, pastore transumante abruzzese, e i pastori vaganti Afghani, e si è discusso di progetti innovativi e scuole itineranti della pastorizia.
Storia di uno degli ultimi pastori a pascolare il proprio gregge all’interno del territorio di Roma (Tor di Quinto, vicino Ponte Milvio):
https://youtu.be/GHhjITsijRQ