Rispetto alla media UE15, l’Italia ha una ricchezza media più alta e la disuguaglianza di genere è inferiore.
Utilizzando i dati della Household Finance and Consumption Survey del 2010/2011, il Report World and Gender in Europe analizza le disuguaglianze di genere nell’accumulazione della ricchezza in 15 paesi dell’Eurozona. Sia il valore della ricchezza che la disuguaglianza variano molto all’interno dell’area: in media la ricchezza delle famiglie è pari a 231.000 Euro, con un range che va dagli 80.000 in Slovacchia ai 710.000 in Lussemburgo (Fig.1a); le donne posseggono il 62% della ricchezza media rispetto agli uomini e la disuguaglianza di genere, misurata dall’indice di Gini, è pari al 68%, e va dal 45% in Slovacchia al 76% in Austria (Fig. 1b).
Titolo originale: Wealth and Gender in Europe
Autori: Eva Sierminska; Anastasia Girshina
Anno di pubblicazione: 2017
Istituzione/Organizzazione: LISER, Ca’ Foscari Università di Venezia e Università del Lussemburgo
Link alla pubblicazione originale: Wealth and Gender in Europe
Fig. 1: Ricchezza media – UE15, 2010/2011
Fonte: Sierminska & Girshina, 2017
Fig. 2: Disuguaglianza di genere – UE15, 2010/2011
Fonte: Sierminska & Girshina, 2017
Gli studi che analizzano la disuguaglianza di genere in termini di ricchezza non sono numerosi, ma la letteratura ha identificato alcuni punti che possono essere considerati “fatti stilizzati”. In media la ricchezza delle donne è inferiore rispetto a quella degli uomini, sebbene tali differenze non si osservano all’inizio dell’età adulta. Le differenze nella partecipazione al mercato al lavoro e nei salari, così come la propensione delle donne a investire in attività meno rischiose con tassi di rendimento più bassi, sono tra i fattori identificati all’origine delle disuguaglianze di genere. Ci sono differenze anche nel modo in cui uomini e donne accumulano ricchezza nei vari paesi. Alcune sono legate a fattori culturali e istituzioni propri di ogni società, altre invece dipendono da caratteristiche socio-demografiche come la composizione e le caratteristiche del nucleo familiare, il livello di istruzione, la partecipazione al mercato del lavoro e il reddito. Più del 50% delle differenze osservate nei 15 Paesi europei è legata a queste ultime, in particolari i maggiori determinanti della disuguaglianza sono: il livello di istruzione; l’età; il numero di componenti il nucleo familiare; e, in alcuni paesi, lo stato coniugale. L’Italia rappresenta l’unica eccezione, cioè l’unico paese dove queste caratteristiche determinano meno del 50% della disuguaglianza osservata.
In Italia la ricchezza media, che si aggira intorno ai 275.000 Euro, è più alta rispetto alla media europea e questa è una caratteristica tipica del paese, dato che sia il tasso di risparmio che la percentuale di famiglie che posseggono una casa sono più alti rispetto agli altri paesi europei. Tra il 1995 e il 2014, la ricchezza media delle famiglie italiane è cresciuta di 8 punti percentuali in termini reali, e le famiglie che si collocano nel 5% più alto della distribuzione della ricchezza detengono il 30% della ricchezza totale. Questa percentuale si è mantenuta stabile tra il 1995 e il 2014, così come la disuguaglianza complessiva. La disuguaglianza di genere invece, pari al 61%, è leggermente inferiore rispetto alla media europea, ma non esistono dati storici su questo dato. La ricchezza mediana delle donne è pari al 70% di quella degli uomini, una percentuale più alta di quella europea; per quanto riguarda la composizione familiare, un dato interessante è che le donne sposate hanno una ricchezza mediana superiore rispetto alla media europea mentre si osserva il contrario per quelle single. Come negli altri paesi europei, all’inizio dell’età adulta le disuguaglianze di genere sono pressoché inesistenti, ma aumentano con il crescere dell’età: la ricchezza media e mediana cresce sia per gli uomini che per le donne fino al raggiungimento dei 65 anni e poi inizia a decrescere, ma si riduce più velocemente per le donne che per gli uomini.