Due momenti di discussione con tanti ospiti autorevoli durante l’iniziativa “Contro l’Autonomia differenziata. Firmare oggi è importante, votare e fare votare domani è decisivo. Le tante ragioni per dire sì al Referendum” organizzata dal Forum Disuguaglianze e Diversità alla Fondazione Basso a Roma
La legge contro l’autonomia differenziata è fatta male, tradisce le finalità del decentramento e deresponsabilizza lo stato centrale. Sono alcune delle motivazioni esposte nel corso dell’iniziativa “Contro l’Autonomia differenziata. Firmare oggi è importante, votare e fare votare domani è decisivo. Le tante ragioni per dire sì al Referendum”, organizzata dal Forum Disuguaglianze e Diversità, che ha preso il via la mattina del 17 settembre presso la sede della Fondazione Basso in via della Dogana Vecchia 5 a Roma. Una giornata di raccolta firme (dalle 10:00 alle 20:00), durante la quale ritirare materiale di approfondimento e confrontarsi con il ForumDD, con due momenti di discussione (uno alle 11:00 e l’altro alle 17:30) con tanti ospiti autorevoli e rappresentanti delle organizzazioni della cittadinanza attiva.
“Come Forum Disuguaglianze e Diversità abbiamo tante ragioni per sostenere che la legge sull’autonomia differenziata è pessima e può arrecare gravi danni al Paese. Innanzitutto non garantisce in alcun modo ai cittadini e alle cittadine che l’autonomia verrà attribuita alla loro Regione solo se capace di accrescere l’efficacia dell’azione pubblica, perché nel testo mancano criteri e indicatori per la valutazione. Inoltre può gravemente mettere a repentaglio la natura universale e l’uguaglianza dei servizi fondamentali, deresponsabilizzando lo Stato a livello nazionale. E ancora: non offre adeguate garanzie di perequazione a favore di Regioni con minore imposte pro-capite creando le basi per aggravare la spaccatura del Paese in termini di qualità dei servizi, in barba agli art. 2 e 53 della Costituzione. E i Lep, in assenza di “maggiori oneri” o assicurando “invarianza finanziaria”, non sono una garanzia. Infine: crea ostacoli burocratici aggiuntivi per la tutela del lavoro e l’azione delle imprese multiregionali; indebolisce la capacità di coordinamento a livello nazionale e la partecipazione a interventi di scala europea; incita alla competizione tra Regioni, in primo luogo per accaparrarsi personale per istruzione e salute con gravi danni al Servizio Sanitario Nazionale. In sintesi, attua il decentramento tradendone la finalità: migliorare il benessere di cittadine e cittadini”, la dichiarazione dei co-coordinatori del Forum Disuguaglianze e Diversità Andrea Morniroli e Fabrizio Barca.
In quanto ai profondi divari regionali che l’autonomia differenziata rischia di aggravare, ci sono sicuramente le disuguaglianze educative. A livello di risorse economiche, negli ultimi anni in Italia, già fanalino di coda in Europa in termini di investimenti in educazione rispetto alla propria economia, c’è stato un progressivo disinvestimento dalla filiera dell’istruzione, che ha interessato soprattutto le regioni del Sud (dati CPT sulla spesa pubblica settoriale 2000-2020 – Settore Istruzione, aprile 2023): tra il 2008 e il 2020 meno 19,5% al Sud, oltre 8 punti percentuali in più del Centro-Nord (-11,2%). Ancora più marcato il differenziale a svantaggio del Sud nella spesa per investimenti, calati di quasi un terzo contro “solo” il 23% nel resto del Paese.
Un indicatore chiave per comprendere le disuguaglianze educative è la dispersione scolastica: in Italia, nonostante la tendenza in diminuzione, un giovane di età compresa tra i 18 e i 24 anni su dieci (10,5%) ha abbandonato prematuramente gli studi (dati Eurostat 2023). E i divari territoriali sono ampi: le regioni del Sud e le Isole presentano livelli di dispersione scolastica tra i più alti nel contesto europeo, con un tasso di Early School Leavers (ESL) del 17,3% per la Sardegna, del 17,1% per la Sicilia e del 16% per la Campania (Istat, Rapporto BES 2023, 2024). Il quadro è completato dalla percentuale di bambini e adolescenti in povertà assoluta, che in Italia supera il 14%, con un’incidenza dell’11,4% al Centro e del 16,1% nel Mezzogiorno (ISTAT 2022).
Nel corso dell’iniziativa è stata distribuita anche la nota di approfondimento “Autonomia differenziata e disuguaglianze di accesso ai servizi”, pubblicata dal ForumDD nel luglio scorso e curata da Mariella Volpe, economista e membro dell’Assemblea del ForumDD, che presenta tre focus sui settori più sensibili, oggetto di potenziali maggiori rischi derivanti dall’impatto della legge, ovvero la sanità, l’istruzione e l’assistenza agli anziani non autosufficienti.
Il quadro della sanità e dell’assistenza agli anziani mostrano come le regioni settentrionali corrono gli stessi rischi di desertificazione sanitaria di quelle meridionali, quasi tutte estremamente deboli nell’assistenza territoriale. Dai dati del Rapporto AHEAD di Cittadinanzattiva, emerge ad esempio che Asti e provincia contano meno pediatri per numero di bambini rispetto alla media nazionale (1813 bambini per professionista contro una media nazionale di 1061, con la normativa che ne prevede circa 800). Nella provincia di Bolzano ogni medico di medicina generale segue in media 1539 cittadini contro la media nazionale è di 1245 e con la normativa che fissa il rapporto a 1/1500. Con l’autonomia differenziata la Lombardia potrebbe pagare di più i propri medici, e se il Piemonte, più povero, non riuscisse a emularla si troverebbe a dover fronteggiare un’ulteriore carenza di medici.
Rispetto all’assistenza agli anziani non autosufficienti, l’autonomia differenziata priva l’Italia di ogni speranza di una riforma unitaria sul settore, attesa da 20 anni, in un Paese che oggi investe molto meno di tanti altri paesi EU per il long term care: il 10,1% dell’intera spesa sanitaria pubblica a fronte del 26,3% della Svezia, del 24,8% dell’Olanda, del 24,3% del Belgio, del 18,2% nel Regno Unito e del 16,3% in Germania.
Oltre al lungo elenco di personalità di spicco intervenute nei due momenti di discussione hanno dichiarato il loro sostegno al referendum in occasione della giornata organizzata dal Forum anche la segretaria Elly Schlein e la coordinatrice della segreteria del Pd Marta Bonafoni, il regista Andrea Segre, Carlo Borgomeo, già presidente di Fondazione con il Sud, e Luca Bianchi direttore di Svimez.
Alle 11:00 si è tenuto il confronto “Le tante ragioni per dire sì al Referendum” coordinato da Andrea Morniroli con Fabrizio Barca, Co-coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità, Serenella Caravella, Ricercatrice SVIMEZ, Marco Esposito, Giornalista, Il Mattino ed Elena Granaglia, Economista e componente del Coordinamento del Forum Disuguaglianze e Diversità.
“Questa è una materia complessa e nel trasmetterla agli altri si rischia di perdere il nocciolo della questione: la residenza è diventata un fattore che produce più o meno diritti”, ha dichiarato Marco Esposito, giornalista del Mattino. “L’Italia è un Paese non differenziato ma proprio spaccato e frammentato, un Paese nel quale le due dimensioni principali della cittadinanza – l’istruzione e la sanità – sono molto differenziate da territorio a territorio. L’autonomia differenziata introduce elementi che potrebbero esacerbare ancora di più i divari”, ha commentato Serenella Caravella, Ricercatrice SVIMEZ.
Alle 17:30 l’incontro “Perché l’autonomia differenziata è contro l’articolo 3 della Costituzione e fa male al paese? L’impegno del civismo e dell’associazionismo contro l’autonomia differenziata” con interventi di Gaetana Castellaccio, Dedalus Cooperativa sociale, Stefano Ciafani, Presidente di Legambiente, Celeste Costantino, Vice-Presidente Fondazione Una Nessuna Centomila, Marco De Ponte, Segretario generale ActionAid, Franco Ippolito, Presidente Fondazione Basso, Francesco Marsico, Consigliere della Fondazione MESSINA, Simone Menichetti, Presidente UISP Roma, Francesca Moccia, Vice-Segretaria generale di Cittadinanzattiva. Ha coordinato: Silvia Vaccaro, componente del Coordinamento del Forum Disuguaglianze e Diversità.