Il tema dell’educazione dei giovani nel momento di boom dell’intelligenza artificiale deve diventare oggetto di ricerca e sperimentazione. Un punto importante uscito dal Forum sull’Educazione che si è concluso a Camogli a cui hanno partecipato tre membri del ForumDD.
A margine del Forum sull’Educazione tenutosi l’1 e 2 febbraio a Camogli, a cui hanno partecipato Fabrizio Barca, Andrea Morniroli e Marco Rossi Doria per il Forum Disuguaglianze e Diversità insieme al sindaco di Milano Beppe Sala e ad altre personalità italiane protagoniste del mondo della cultura, dell’economia e della società civile, è stato redatto un documento di sintesi finale dove si sottolinea la necessità della “consapevolezza della trasformazione digitale” , come si legge nel comunicato gli organizzatori del Forum.
Tra i principi condivisi dai partecipanti nel documento finale anche l’idea che “studentesse e studenti vanno accompagnati a maturare la consapevolezza degli usi della trasformazione digitale che potenziano o deprimono la libertà loro e di tutti noi e di coglierne le opportunità; solo così potranno recuperare il senso del proprio potere. Questa consapevolezza non è ovvia e non è data. L’educazione e la formazione dell’intelligenza naturale nella età dell’intelligenza artificiale devono perciò diventare oggetto di ricerca, sperimentazione e invenzione.”
Nel documento viene dato anche risalto che la scuola sia “un luogo di istruzione (competenze) ed educazione (discernimento), impegnata a fornire gli strumenti della libertà sostanziale”; che bisogna basare i metodi di insegnamento sulla cooperazione e la ricerca in comune orientando in questo modo “il reclutamento massiccio degli insegnanti che sta partendo”; che occorre “sviluppare un’adeguata educazione finanziaria come consapevolezza ad autodeterminarsi, a comprendere le scelte economiche compiute da chi ci governa e a partecipare alla creazione della propria autonomia economica fin dalla più giovane età”.
A margine dell’incontro a Camogli sono stati anche resi noti i tre passi che si è stabilito di fare nei prossimi mesi per dare seguito a questa prima riflessione avviata:
1.Riconoscere e valorizzare le buone pratiche educative già esistenti, specie in aree di frontiera e di sperimentazione, dove insegnanti, famiglie, studenti, dirigenti, generano discontinuità e trasformazioni, al momento isolate e rilevanti solo per i contesti specifici.
2. Tradurre le buone pratiche in politiche sostenendo le comunità educanti, attraverso l’alleanza e la condivisione di risorse e competenze fra scuole, privati e organizzazioni di cittadinanza attiva.
3. Valutare e dibattere l’impatto di queste pratiche e politiche sulle grandi missioni di sviluppo in linea con l’obiettivo 4 dell’agenda 2030 dell’ONU: garantire un’istruzione di qualità inclusiva ed equa e promuovere opportunità di apprendimento continuo per tutti.