Il 4% circa del flusso annuale dei lasciti basterebbe a generare le risorse necessarie (9 miliardi) per creare una dotazione di capitale a tutte le diciottenni e tutti i diciottenni. Fabrizio Barca, Coordinatore ForumDD: “Crisi generazionale? La soluzione c’è. Anzi tre”, Enrico Giovannini, Portavoce Asvis: “I giovani devono essere protagonisti delle scelte sul loro futuro”
Roma, 24 settembre 2020. Andrea Pinchera ha 18 anni e da un anno si è lanciato anima e corpo in un’attività imprenditoriale per la creazione di “negozi online”. Dall’inizio dell’emergenza Covid-19 ha aiutato decine di piccole attività a vendere via Web, coinvolgendo molti altri ragazzi come lui nel progetto. Questa è solo una delle mille storie di giovani che stanno adattando i piani di vita con spirito imprenditoriale e determinazione. Andrea è una delle 4 testimonianze portate in occasione di “Protagonisti di Futuro. Voci, storie e proposte di giovani”, iniziativa tenuta ieri a Roma e promossa dal Forum Disuguaglianze e Diversità, nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile di ASviS, con Global Thinking Foundation nel ruolo di tutor dell’evento.
“Crisi, crisi, tutti parlano di crisi generazionale – afferma Fabrizio Barca, Coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità – Ma allora vogliamo fare la sola cosa che può batterla? Trasferire potere ai giovani. Dando saperi a chi da 0 a 14 anni ne è oggi respinto. Mezzi finanziari ai diciottenni perché il loro piano di vita dipenda meno dai soldi di casa. Un peso nuovo ai giovani nella PA tramutando il rinnovamento generazionale in una grande strategia-Paese”.
E’ realtà nota che il 14,5% dei giovani italiani fra 18 e 24 anni abbandonino gli studi e che la percentuale di giovani che non studiano e non lavorano fra i 20 e i 34 anni sia fra le più alte dei paesi industriali (oggi 28,9% contro una media europea del 16,5%); inoltre il tasso di disoccupazione dei giovani e delle giovani italiani/e fra i 15 e i 24 anni (32,2% nel 2019, contro una media OCSE dell’11%) è più̀ che raddoppiato a partire dalla recente crisi economica e finanziaria del 2007, pur partendo da un punto già̀ molto alto rispetto ad altre economie avanzate.
Meno noto è che la probabilità che una persona fra i 35 e i 48 anni rimanga intrappolata all’interno della “classe povera” di ricchezza (20% più povero) se anche i genitori appartenevano a questa classe, alla loro stessa età, è pari al 32%. La stessa probabilità è pari al 12% se i genitori appartenevano alla classe più agiata (20% più ricco) (link ForumDD).
La recente crisi innescata dall’emergenza sanitaria Covid-19 non sarà più clemente con le nuove generazioni e i primi dati lo confermano. Con la pandemia si sono aggiunti circa 200.000 minori in povertà assoluta che si aggiungono al 1.200.000 che già prima viveva tale condizione.
Non è solo una questione di mancanza di lavoro. Anche chi ha un lavoro ha condizioni peggiori rispetto alle generazioni precedenti. Le nuove generazioni ricevono salari più̀ bassi di entrata e hanno una progressione salariale più̀ limitata, anche a parità̀ di istruzione. Essi sono soggetti a carriere spesso instabili, precarie e discontinue e con prospettive di accumulo riserve pensionistiche molto esigue. In questo contesto non sorprende il progressivo peggioramento della mobilità sociale. Lo status dei genitori ha un’influenza notevole su quello di figli e figlie, assai più oggi di quanto non fosse per le generazioni nate fra la metà degli anni Cinquanta e Settanta.
Elaborazioni su dati Eurostat
Ecco allora che la crisi generazionale va aggredita su molti fronti. Come fanno le proposte del ForumDD: combattere la povertà educativa sin dall’infanzia con strategie territoriali che mobilitino comunità educanti – come chiede il fronte di 500 associazioni raccolto nella rete EducAzioni; salari minimi legali (come chiede l’Europa) e triplicazione delle forze ispettive per evitare lavoro sottopagato; strategia nazionale innovativa per il rinnovo generazionale della PA (è questo l’impegno del Ministro della funzione pubblica?). Ma non basta ancora. Bisogna accrescere la libertà, la responsabilità e l’indipendenza dei nostri giovani, e ridurre il peso che la presenza o l’assenza della ricchezza familiare ha nel divaricare i destini dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze. Lo può fare l’eredità universale proposta dal ForumDD: una dotazione di capitale di 15mila euro per ogni ragazza e ragazzo affiancata da un servizio abilitante a supporto delle decisioni di utilizzo delle risorse. La misura costa 9 miliardi, e il modo di finanziarla è in sé un altro strumento di giustizia sociale.
E LE RISORSE? _ Poiché la ricchezza è distribuita in maniera sempre più disuguale e tende a cristalizzarsi nel tempo con il passaggio di generazione in generazione, molti ricevono trasferimenti di ricchezza ma pochi fortunati ricevono molto e tanti ricevono poco o nulla. In Italia il 31,6% delle famiglie dichiara di aver ricevuto un lascito o una donazione. Il dato è in media con altri grandi Paesi europei (36,1 in Francia, 34,7 in Gran Bretagna, 32,5 in Germania). Ma il valore medio dei trasferimenti è particolarmente elevato da noi: 295mila euro rispetto ai quasi 190mila dei francesi e i 224mila dei tedeschi. Il valore medio italiano è più alto anche di quello degli Stati Uniti (240 mila Euro circa). In Italia circa il 70% di tutti i trasferimenti di ricchezza è ricevuto dal 25% di famiglie con patrimoni più grandi e solo lo 0.6% va al 25% di famiglie con patrimoni piu’ piccoli.
La stima del valore totale di tutti i trasferimenti di ricchezza (eredità e donazioni) nel 2016 era di circa 210 miliardi di Euro (fonte). Il 4% circa di questo flusso annuale basterebbe a generare i 9 miliardi necessari per creare una dotazione di capitale a tutte le diciottenni e tutti i diciottenni. Attualmente circa lo 0.3% di questi trasferimenti viene, invece, trattenuto in imposte. Il ForumDD propone di riformare l’attuale imposta di successione e sulle donazioni, ingiusta e distorsiva esentando da ogni imposta ogni trasferimento fino alla soglia di 500mila euro, e rendendo progressiva l’imposta al di sopra di quella soglia. Raggiungendo così solo gli eredi più fortunati e raccogliendo circa il 90% delle risorse dai grandi trasferimenti superiori a 1 milione di Euro, si coprirebbe circa il 60% della nuova misura.
“I giovani devono fare sentire la loro voce ed essere protagonisti delle scelte che riguardano il loro futuro –afferma Enrico Giovannini, portavoce dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile – Mai come in questo momento, in cui molte scelte fondamentali stanno per essere prese per rilanciare il Paese dopo la crisi causata dalla pandemia, una mobilitazione delle giovani generazioni è necessaria per avere voce in capitolo su decisioni che ricadranno su di loro. L’ASviS, anche attraverso il Festival dello sviluppo sostenibile, mette a disposizione delle loro organizzazioni strumenti ideali per esprimere le loro opinioni con l’impegno di sostenerle e dare loro la visibilità che gli spetta.”