Questo articolo è stato scritto da Tortuga analizzando la Proposta numero 15 per la giustizia sociale del Forum Disuguaglianze Diversità.
Una panoramica sul tema
La storia recente dell’imposta sulle successioni e le donazioni (Isd) in Italia è stata piuttosto travagliata, ma con un chiaro trend. Dopo che nel 2000 il governo Amato ridusse le aliquote e tolse la franchigia unica, il governo Berlusconi abolì del tutto l’Isd l’anno successivo. Il governo Prodi reintrodusse l’imposta nel 2006, ma senza modifiche rispetto alla versione del 2000.
Nella sua struttura attuale, l’Isd si applica a tutte le quote ereditarie e le donazioni tra persone vive, con franchigia per ciascun beneficiario. I trasferimenti tra parenti in linea diretta che superano il milione di euro vengono tassati al 4%; se gli interessati sono fratelli, l’aliquota si alza al 6% e la franchigia si abbassa a 100mila euro; se i soggetti sono parenti fino al quarto grado, l’aliquota rimane al 6% ma senza franchigia. Lo stesso vale per i trasferimenti verso tutti gli altri soggetti, ma con aliquota all’8%. La tassazione italiana sull’eredità è considerata generosa, non solo per i bassi livelli delle aliquote e le alte franchigie, ma anche per la lista dei beni che sono esenti da imposta – particolarmente rilevante l’esenzione delle aziende, dei rami aziendali e delle quote di controllo in società di capitali qualora i beneficiari intendano proseguire nell’esercizio dell’attività per almeno cinque anni – e per il principio catastale di calcolo del valore degli immobili, non aggiornato ai crescenti valori di mercato.