La pastorizia è da sempre la spina dorsale delle aree interne e montane. Promotori di un cambiamento culturale, i pastori stanno avviando un percorso di lavoro comune per proporsi come soggetti attivi sui tavoli nazionali e regionali in cui si decidono le politiche territoriali.
Dario Novellino, che ha dedicato la sua vita a difendere l’ambiente e i diritti umani, è uno dei soci fondatori della Rete Appia. Negli ultimi trenta anni gli sforzi di Dario si sono concentrati sulla difesa dei diritti delle popolazioni del Sud Est Asiatico sostanziandosi nella ricerca di nuove forme di empowerment per le comunità locali e in azioni per contrastare l’invasione delle compagnie minerarie e delle imprese agro-industriali su questi territori. Tra le tante lotte portate avanti quella contro le compagnie petrolifere, le piantagioni di olio di palma e le concessioni di disboscamento nella provincia indonesiana di Riau (Sumatra).
Dario per dotarsi di strumenti adeguati a comprendere le culture per la cui difesa stava lottando ha studiato antropologia sociale (Master presso la Scuola di studi orientali e africani, Università di Londra, 1995) e antropologia ambientale (Ph.D., University of Kent, 2003). Nel 2013 come membro del consorzio ICCA ha proposto l’Istituzione di un fondo dedicato alla difesa dei diritti della terra “SAFE” (Solidarity Action and Fund for the Defenders of the Commons and ICCAs).
Parallelamente alla lotta per i diritti delle popolazioni del Sud Est Asiatico Dario, rientrando in Italia periodicamente ha spostato la causa dei pastori aurunci e ciociari nella sua terra di origine. Ha iniziato così ad occuparsi delle criticità che minacciano la sopravvivenza della pastorizia tradizionale sull’Appennino, dei compiti di tutela e delle opportunità per la valorizzazione del territorio e del patrimonio culturale che la presenza dei pastori implica nelle aree interne e montane.
Questo percorso lo ha portato ad intercettare la rete Appia. Le criticità del pastoralismo negli Aurunci e in Ciociaria sono riconducibili come in molte aree pastorali del nostro paese agli incendi boschivi, alle cosiddette fide pascolo (contratti di affitto per l’accesso ai pascoli), alla predazione da parte di fauna selvatica sul bestiame, e le opportunità sono legate alla necessità di aprire dei veri e propri caseifici in montagna e costruire delle filiere locali per le produzioni locali di qualità.
La lotta qui è per la difesa di questi territori e della cultura pastorale che li caratterizza e si sostanzia sia nella ricerca di strategie adeguate al superamento delle criticità che nello stimolo alle istituzioni locali (Comune, Parco Naturale dei Monti Aurunci e Comunità Montana) perché si facciano carico di una gestione del comprensorio montano, a partire dalla manutenzione delle strade e dei sentieri, che ponga al centro lo sviluppo di questi territori in un’ottica di sostenibilità.
Attraverso la Rete Appia, l’interlocuzione sul fronte istituzionale si amplia alle istituzioni nazionali (CTAI, Mipaaf, etc.) e regionali, mentre sul fronte delle strategie è possibile mettere a sistema le esperienze maturate in luoghi diversi. Dario nell’ambito della rete è responsabile del gruppo che si occupa di mettere a punto proposte e strategie che consentano di controllare il fenomeno della predazione da parte di fauna selvatica sul bestiame, migliorando il disegno delle misure di attenuazione dei danni – strumenti di controllo, misure di prevenzione e ripristino – e individuando adeguate soluzioni di governance (calendari venatori, disciplinari di caccia, normative per la macellazione, etc.).
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