L’accordo raggiunto in Commissione ENVI del Parlamento europeo, che ieri a larga maggioranza ha trovato un compromesso sulla revisione della legislazione farmaceutica europea, che verrà votata in Plenaria il prossimo aprile, non ha preso la decisione che può cambiare le cose ma, affidando un nuovo ruolo a Hera, apre una strada che chiama tutti a un ancor più forte impegno
Dopo una lunga trattativa, nell’ultima seduta utile per la consiliatura in corso, la Commissione ENVI del Parlamento europeo ha votato i rapporti sulle proposte di direttiva e di regolamento per la revisione della legislazione farmaceutica europea, rispettivamente con 66 voti favorevoli e 2 contrari il primo testo e con 62 voti favorevoli, 6 contrari e 7 astenuti il secondo. Nei mesi scorsi il Forum Disuguaglianze e Diversità ha seguito con attenzione i lavori della Commissione ENVI, plaudendo con soddisfazione alla decisione del relatore del rapporto sulla proposta di regolamento Tiemo Wölken (S&D) di inserire la creazione di una European Medicines Facility, un’infrastruttura pubblica che avrebbe avuto il compito di stabilire le priorità sanitarie dell’Ue nell’interesse pubblico, indirizzando la ricerca e lo sviluppo di farmaci, in particolare quelli non abbastanza coperti dall’industria farmaceutica privata o troppo costosi. Una proposta che il ForumDD sostiene fin dal 2019 e che nei mesi scorsi aveva raccolto appoggio crescente nel mondo della ricerca e delle organizzazioni di cittadinanza.
Di fronte al voto di ieri, il ForumDD prende atto con rammarico che l’accordo raggiunto ha sacrificato l’impegno a realizzare quell’infrastruttura, un passo chiave per garantire davvero l’obiettivo di un accesso più “tempestivo ed equo” e a prezzi accessibili ai medicinali e di incentivare l’innovazione. Questo passo indietro contraddice quanto “raccomandato” a Commissione e Stati Membri dallo stesso Parlamento europeo nel Rapporto sulle lezioni della pandemia approvato a luglio 2023.
L’accordo lascia tuttavia aperta una strada. Lo fa prevedendo nell’articolo 175a di dare all’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (Health Emergency Preparedness and Response Authority – HERA), istituita durante la pandemia di Covid 19, una nuova veste, rendendola una struttura autonoma indipendente dalla Commissione e sotto la direzione del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (European Centre for Disease Prevention and Control – ECDC). Nella sua nuova veste l’Agenzia:
shall be responsible for creating, coordinating and implementing of the long-term European portfolio of biomedical research and development agenda for medical countermeasures against current and emerging public health threats as well as the, production, procurement, stockpiling and distribution capacity of medical countermeasures and other priority medical products in the EU.
Potrebbe essere questo il potenziale embrione per lo sviluppo di un’infrastruttura pubblica? O invece ogni possibile sviluppo appare confinato entro condizioni di “emergenza sanitaria”? Sono quesiti aperti sul tavolo della politica. Che attendono prima conferme o chiarimenti nella Plenaria del Parlamento Ue in programma per il 10 e l’11 aprile, chiamata a votare i due rapporti. E poi nei passi che seguiranno. Prima, con l’approvazione finale della nuova legislazione farmaceutica, affidata, durante la prossima consiliatura, a un accordo tra Commissione, Consiglio e Parlamento. Poi, in sede di attuazione concreta di tale nuova legislazione.
È per queste ragioni che il ForumDD continuerà con forza la propria campagna a sostegno della creazione di un’infrastruttura pubblica europea per farmaci, vaccini e ricerca biomedica.
“Il ForumDD si augura che la votazione in seduta Plenaria, prevista per il 10 e l’11 aprile, non compia ulteriori passi indietro rispetto all’obiettivo finale di creare un’infrastruttura pubblica per farmaci e vaccini e che tra gli Stati Membri che compongono il Consiglio ce ne sia qualcuno che faccia propria questa proposta. La speranza è che l’obiettivo di creare un’infrastruttura pubblica europea per la salute resti al centro dell’azione politica di chi punta a costruire un’Europa più giusta e a porre le basi per una salute bene comune per le cittadine e i cittadini europei”, commenta Massimo Florio, Professore dell’Università Statale di Milano e membro del Forum Disuguaglianze e Diversità, che ha seguito la proposta in questi anni.
“La salute come bene comune fondamentale per cittadine e cittadini europei non può restare solo uno slogan, che sentiamo ripetere un po’ da tutti. Deve dotarsi di una strategia e di tecnostrutture pubbliche che sappiano produrre i risultati richiesti. Sull’impegno a muovere in questa direzione misureremo candidate e candidati alle prossime elezioni europee. Lo ripeteremo ogni giorno in tutto il Paese grazie al “Viaggio in Italia con la testa in Europa” organizzato per presentare il nostro ultimo libro Quale Europa e che ci accingiamo a compiere dal 4 aprile prossimo” commenta Fabrizio Barca, co-coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità.
Una proposta che, nel frattempo, sta raccogliendo sempre più consenso sia oltreoceano, visto il sostegno raccolto da The Democracy Collaborative, sia in Europa, come accaduto durante la conferenza “Public Pharma for Europe”, organizzata per il 15 e il 16 marzo a Bruxelles da un lungo elenco di realtà internazionali che si occupano anche di salute pubblica: Europe, Health Action International, Médicine pour le peuple, Viva Salud – United in the struggle for health, Oxfam e Global Initiative for Economics, Social and Cultural Rights. Il ForumDD continuerà questo dialogo per rendere la creazione di un’infrastruttura pubblica europea sempre più condivisa e conosciuta.