Il primo progetto-pilota sulla via d’acqua nel territorio ferrarese
La telecamera inquadra un canale di bonifica: indugia prima sull’acqua, grigia, poi su un canneto di sponda e ciuffi di topinambur. Rapido balzo di un pesce, non si fa in tempo a capire di quale specie. Poi il quadro si allarga a una campagna di grano tagliato, puntellata da case coloniche, alcune delle quali in disuso o forse in rovina. Un airone traballa lontano. Poi un suono avulso alla scena e rumore di acqua mossa. La telecamera si gira di qualche grado e inquadra un battello, in rapido avvicinamento. Lo sguardo si allarga ancora e si intravede un approdo, nuovo di zecca, rampe in legno e pontile galleggiante. Persone ad attendere, sorridenti. Il battello attracca molleggiato e, appena fermo, restituisce alla sponda decine e decine di passeggeri vocianti e ispirati, che risalgono la rampa verso la sommità dell’argine e si disperdono nel paesaggio. Cosa sta accadendo?
Metropoli di Paesaggio inaugura il suo primo progetto-pilota sulle vie d’acqua. Metropoli di Paesaggio è una politica territoriale che parte da un principio semplice quanto efficace: la valorizzazione del paesaggio come infrastruttura. In un territorio come quello ferrarese – ma la strategia è senza dubbio replicabile in diversi altri ambiti e non solo consimili – irradiato da direttrici di terra e di acqua e costituito da circa 2500 km quadrati di sconfinato paesaggio a basso tasso di antropizzazione, utilizzare il patrimonio ambientale come infrastruttura significa avere a disposizione una rete capillare di percorsi sostenibili, capaci di raggiungere qualsivoglia area, anche la più marginale, riconferendo significato e ipotesi di futuro. Un sistema ad almeno quattro livelli strutturali sovrapposti (bicicletta, imbarcazione, bus elettrico, treno) in buona parte già esistente, da riattivare e ricucire, costituisce il telaio intermodale operativo per una connessione fisica che presuppone altre ripartenze.
Raggiungere i luoghi più marginali e avvicinarli in questo modo alle centralità dimostrando al contempo efficienza nei tempi di trasporto, convenienza economica e sostenibilità ambientale significa proporre alle comunità un modello alternativo all’automobile e una premessa alla rigenerazione territoriale, allorquando tutti quegli immobili situati in prossimità dei nodi intermodali della rete diventeranno, proprio per la posizione, appetibili per una rifunzionalizzazione.
Metropoli di Paesaggio vuole dimostrare come una visione strategica sulla mobilità sostenibile sia, di fatto, un sistema olistico, che tocca molteplici leve di opposizione alle disuguaglianze esistenti: dalla rigenerazione dei volumi dismessi alla sostenibilità climatica; dalla sicurezza nei trasporti al marketing territoriale; dal monitoraggio ambientale alla valorizzazione dell’heritage; dal recupero del senso di appartenenza delle comunità alla ripartenza economica (e alla generazione di economie circolari). Non è un caso che tale politica abbia già per due volte recuperato finanziamenti da bandi europei sull’asse Climate Kic: cambiamenti climatici, tutela ambientale e strategie sulla mobilità sono aspetti di un medesimo problema complesso. L’ultimo esito positivo in ordine di tempo – attraverso i finanziamenti di un Climate Kic Demonstrator, con un nutrito gruppo di lavoro coordinato dall’Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile di Modena, a sottolineare l’assenza di barriere amministrative della visione – ha permesso lo sviluppo del suddetto progetto-pilota.
L’iniziativa di tre giorni, avvenuta in corrispondenza del Festival di Internazionale a Ferrara, da venerdì 4 a domenica 6 ottobre, ha rappresentato un nuovo importante test: il primo, storico tragitto urbano via acqua da Ferrara al contiguo comune di Vigarano (sul margine rur-urbano), in corrispondenza dell’oasi naturalistica e canoa-club, è stato percorso in tre giorni da novecento persone. Sbarcate sul nuovo approdo in legno, accessibile ai disabili, per ognuna di esse si è aperta la possibilità di una scelta: continuare con il servizio navetta verso il centro di Vigarano Mainarda, dove si sono tenute le importanti conferenze del Festival delle Indipendenze, iniziativa parallela al festival principale e su di esso innestata; oppure fruire del servizio di bike sharing, a pochi metri dall’approdo, e pedalare per l’oasi, ambito paesaggistico di sorprendente bellezza, per poi sostare al bar-ristorante o ascoltare i concerti serali in programma. L’intermodalità, in questo caso, è stata sperimentata sulle coppie barca-bus e barca-bici; ma su tutto il territorio provinciale saranno studiati i macro-ambiti che, per contesto, caratteristiche logistiche e trame infrastrutturali, potranno dare vita a combinazioni diverse tra i mezzi di trasporto.
L’esperienza pianificata durante il festival ha lasciato traccia emotiva nella collettività, poiché in molti hanno chiesto di dare continuità a quello che al momento ha rappresentato solo un primo test. Sotto questo profilo, metropoli di paesaggio può contare su un protocollo d’intesa – sottoscritto dai comuni della Provincia (alcuni dei quali facenti parte della zona di intervento del Basso Ferrarese all’interno della Strategia Nazionale per lo sviluppo delle Aree Interne), dalla Provincia stessa e da quasi tutti gli enti e le associazioni di categoria – che rinforza il processo, gli garantisce radici solide e, non ultimo, uno spirito di collaborazione tra piccole amministrazioni non scontato per il costume politico italiano. Il governo del territorio può contrastare le diseguaglianze se si accantonano le diatribe di campanile per sintonizzarsi su strategie di ambito territoriale, snellendo in tal modo le tempistiche tra enti e amministrazioni e garantendo massa critica per influire su decisioni di scala sovra-locale. Nel caso ferrarese, ad esempio, l’impostazione strategica ha indotto la regione Emilia-Romagna a individuare Ferrara come focus sulla navigabilità delle vie d’acqua all’interno della redazione del Piano Regionale Integrato dei Trasporti – PRIT 2025 e sta altresì alimentando la discussione sull’elettrificazione e la frequenza di passaggi delle tratte est-ovest Ferrara-Codigoro e Ferrara-Suzzara, fondamentali nella logica intermodale del sistema. L’assenza di confini geo-politici permette alla visione strategica di impostare un dialogo con le realtà limitrofe: dal Polesine al ravennate, dalla bassa modenese a quella mantovana, in una sorta di storico riscatto nell’egida della sostenibilità: quelle che un tempo apparivano come aree desolate, dove poter insediare gli ecomostri funzionali ai consumi energetici della società (si pensi ai petrolchimici di Ferrara e Ravenna o alle centrali elettriche e idroelettriche di Mantova e Porto Tolle), ora costituiscono gli ambiti di ripartenza sociale ed economica dove il carbonfossile è scalzato dal motore del paesaggio.