Presentata nella Sala Giunta di Palazzo San Giacomo lo scorso 17 luglio l’alleanza tra il Forum Disuguaglianze e Diversità e il Comune di Napoli nell’ambito dell’attuazione delle “15 Proposte per la giustizia sociale” che il ForumDD ha presentato lo scorso marzo. Un pacchetto di proposte di politiche pubbliche e azioni collettive, ispirate dall’analisi e dalle idee dell’economista Anthony Atkinson, che intervengono su tre meccanismi di formazione della ricchezza: il cambiamento tecnologico, la relazione tra lavoro e impresa, il passaggio generazionale. L’incontro è stato aperto da Andrea Morniroli, (membro del Gruppo di Coordinamento del ForumDD), che ha presentato il ForumDD, un’alleanza tra cittadinanza attiva e ricercatori che, partendo dall’analisi della situazione di grave ingiustizia sociale e dai diffusi sentimenti di paura, rabbia e risentimento generati nelle fasce più vulnerabili della società, ha elaborato, dopo due anni di lavoro e con il contributo di oltre cento esperti le 15 proposte per la giustizia sociale. Ci si è concentrati sulla disuguaglianza di ricchezza, perché è cresciuta in modo straordinario negli anni recenti e a causa della sua influenza su tutte le altre disuguaglianze riducendo la capacità di reagire agli imprevisti, di rifiutare cattivi lavori, di tutelare il risparmio, impedendo alle persone di mettere in atto le proprie capacità imprenditoriali e di prendersi cura dell’ambiente.
Fabrizio Barca ha esposto le tre aree su cui si è concentrata l’elaborazione del ForumDD: cambiamento tecnologico, relazione lavoro–capitale e passaggio generazionale, con lo scopo di disegnare una strategia complessiva, integrata e sperimentale al tempo stesso, per invertire le tendenze attuali. “L’impegno dell’Amministrazione comunale per un modo di governare che coinvolga i cittadini, ne utilizzi i saperi, ne tuteli le informazioni e rompa i diaframmi fra le azioni settoriali rende particolarmente significativo lavorare con Napoli sulle proposte che riguardano le strategie di sviluppo territoriale integrato, l’uso degli appalti innovativi da parte della pubblica amministrazione e i consigli del lavoro e della cittadinanza”.
A seguire il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris ha illustrato le ragioni che hanno portato il Comune di Napoli a firmare un’intesa con il ForumDD per lavorare insieme su alcune delle proposte. “Noi vogliamo costruire sviluppo della persona umana che per noi è significa mettere al centro la persona e non la lotta tra terzultimi, penultimi e ultimi. Per fare questo non possiamo essere spettatori di riforme che arrivano dall’alto: dobbiamo ribaltare il ragionamento. Proviamo quindi a non arrenderci, a unirci, a coniugare la rottura di un sistema e con la capacità di prendere decisioni. Faremo vivere questo protocollo con il Forum per la costruzione di un’Italia attraverso la coesione e non attraverso la paura”.
Sabina De Luca e Vittorio Cogliati Dezza, membri del ForumDD sono entrati nel merito delle proposte oggetto dell’alleanza con il Comune di Napoli. In particolare si è discusso della proposta che riguarda le “Strategie di sviluppo rivolte ai luoghi”, per disegnare e attuare nelle aree fragili del paese e nelle periferie strategie di sviluppo “rivolte ai luoghi” che attraverso una forte partecipazione degli abitanti, combinino il miglioramento dei servizi fondamentali con la creazione delle opportunità per un utilizzo giusto e sostenibile delle nuove tecnologie; della proposta per “Orientare gli strumenti della sostenibilità ambientale a favore dei ceti deboli” per coniugare giustizia ambientale e giustizia sociale; e della proposta che riguarda il reclutamento, la cura e la discrezionalità del personale delle Pubblica Amministrazione che propone, tra le altre cose, un forte e mirato rinnovamento delle risorse umane della PA e la centralità al confronto fra politica, amministrazione e cittadini nella valutazione dei risultati. A seguire Fabrizio Barca ha presentato la proposta che prevede l’istituzione dei Consigli del Lavoro e della Cittadinanza nell’impresa al fine di dare ai lavoratori e ai cittadini influenzati dagli effetti ambientali la possibilità di pesare sulle decisioni strategiche delle imprese e che potrebbe rivelarsi un ottimo strumento che consentirebbe di perseguire assieme giustizia sociale e ambientale. “La nostra proposta trova una grande corrispondenza nella sperimentazione dell’azienda ABC che coinvolge gli utenti”, ha dichiarato Barca.
La parola è passata a Sergio D’Angelo, commissario straordinario di ABC “Acqua Bene Comune” di Napoli: “Ci siamo incontrati a metà strada. ABC si era avviata a fare un proprio percorso e poi sorprendentemente abbiamo incontrato il Forum che ci ha dato da subito l’impressione di avere scritto un pezzo del lavoro che avevamo iniziato. Un’azienda pubblica speciale come la nostra, che si occupa di un bene comune strategicamente importante come l’acqua, ha il dovere di garantire il profilo pubblicista delle proprie attività, garantendo acqua a tutti in quantità sufficiente, possibilmente a condizioni calmierate, e di regalarla a chi non può pagarla, e al tempo stesso di perseguire l’obiettivo della qualità di ciò che offre e della qualità del lavoro attraverso cui lo offre. Gli interessi dei lavoratori e degli utenti possono rivelarsi anche involontariamente simmetrici. Avevamo la necessità di mettere insieme questi interessi, di trovare uno spazio in cui sarebbe stato possibile discutere delle questioni e conciliarle tra di loro. Non è stato un processo semplice e lo strumento della partecipazione richiede investimenti notevoli e i suoi risultati si vedono solo in tempi medio-lunghi. Siamo già riusciti ad abbassare le tariffe, assumere personale e prevedere alcuni interventi importanti di welfare aziendale”.
Carmine Piscopo e all’Assessore ai Beni Comuni e all’Urbanistica ha commentato così l’intesa: “Sono d’accordo con Fabrizio Barca. Esistono le condizioni per invertire la rotta, a partire dall’articolo 3 della Costituzione, e questa alleanza è importantissima perché il momento attuale momento richiede l’attivazione di tutte le forze che vogliono contrastare quello a cui noi stiamo assistendo: una politica che non guarda i diritti delle persone, che stravolge la Costituzione, che non interviene nella difesa dei diritti essenziali. In questo senso l’alleanza diventa uno strumento potente per mettere a punto non soltanto buone pratiche da mettere a disposizione ma per tornare a incidere e portare più avanti una vita amministrativa orientata allo spirito della Costituzione. La democrazia partecipativa non è solo ascoltare le persone: occorre riconoscere la rabbia perché può essere un faro che illumina una sofferenza, un mancato riconoscimento. Occorre fare un passaggio dal pubblico al collettivo: un passaggio che genera allarme, paura, ma che è necessario. Nel campo dei beni comuni stiamo lavorando moltissimo. Siamo andati avanti con i regolamenti e riconosciamo alle collettività quelli che sono dei beni e delle esperienze essenziali per l’autodeterminazione e la costruzione di nuove economie circolari e di nuovi modi di stare insieme finalizzati ad attività sociali per noi molto importanti e anche per la trasformazione di grandi aree del territorio. Cito tra tutte il caso delle vele di Scampia e l’area di Bagnoli.”
Infine è intervenuta l’Assessore al Lavoro, al Diritto all’Abitare e allo Sviluppo della Città Monica Buonanno. “Come Assessorato abbiamo aderito con orgoglio all’alleanza che ha promosso il ForumDD sottoscrivendo un accordo formale che successivamente si è tradotto nell’ambito di una delibera. La giunta comunale tutta è stata coinvolta nell’adesione nel Forum Disuguaglianze e Diversità sui due temi principali che hanno attenuto: da un lato il tema dei beni comuni e dall’altro il diritto all’abitare e i diritti integrati, lavoro, casa, sviluppo. Noi attueremo i contenuti dell’alleanza proponendo un’attività di ricerca e di approfondimento su quello che è il tema dell’Agenzia sociale per la casa che è uno strumento che il Comune di Napoli sta per mettere in campo grazie al finanziamento europeo, il PON Città metropolitana 2014-2020, che si propone di prendere in carico il nucleo con disagio abitativo nella sua interezza e non solo sull’emergenza abitativa, quindi guardando a perdita o assenza di lavoro, gap formativo di figli minori laddove esistenti nel nucleo familiare, e gap di competenze che impediscono alla persona di accedere al mercato del lavoro, quindi astraendo l’emergenza abitativa dal suo concetto essenziale e portandolo in un’astrazione che consenta alla persona comunque poi di poter avere una casa.”