Esistono in Italia forti disuguaglianze territoriali che riguardano in particolare le aree interne del paese. La Strategia Nazionale Aree Interne supporta la sfida di amministratori locali, imprenditori e cittadini che lavorano, da protagonisti, per ridurle.
Fosciandora è uno dei Comuni dell’area interna toscana Lunigiana-Garfagnana-Mediavalle del Serchio e Appennino pistoiese. In questo piccolo borgo di nemmeno 600 abitanti nel 2015 è rinata la cooperativa Le Tre Terre.
Perché rinata? Perché in realtà esisteva già dagli anni Ottanta, e si occupava di gestire i permessi per l’accesso ai boschi, durante il periodo della raccolta dei funghi.
Le Tre Terre oggi è invece una cooperativa agricola, e ha aperto anche un laboratorio per la trasformazione dei prodotti del bosco e del sottobosco nella stazione ferroviaria, che si trova lungo la linea Lucca-Aulla, e sarà oggetto di interventi di riqualificazione nell’ambito della Strategia d’area approvata.
Nel territorio comunale, inoltre, i soci della cooperativa hanno in gestione un bosco di circa 200 ettari, affidato in comodato gratuito da un privato: Le Tre Terre hanno già ripulito il castagneto, e oggi ne raccolgono i frutti. Curano l’area, quindi, nell’interesse della proprietà e della collettività.
La farina di castagne, essiccata in maniera tradizionale nel metato, è però solo uno dei prodotti de Le Tre Terre. Nel laboratorio si trasformano anche funghi e mele, che vengono essiccati anche per conto terzi. E poi si coltivano fagioli e grano da sementi locali, quelli conservati nella banca del germoplasma dell’Unione dei Comuni della Garfagnana, che è il soggetto capofila della Strategia d’area. La distribuzione dei prodotti avviena in larga parte a livello locale, grazie a ristoranti e bar del paese. Chi passa per la stazione di Fosciandora, però, ha modo di acquistarli direttamente. I soci attivi della cooperativa Le Tre Terre sono una decina, su un totale di 130. Due o tre, invece, i giovani che hanno già fatto de Le Tre Terre il proprio lavoro.
L’azione della cooperativa è una risposta ai problemi individuati nella Strategia dell’area interna: “La tormentata morfologia del territorio penalizza di per se una agevole accessibilità alle diverse località, trasformando, così la ‘perifericità’ in ‘debolezza’, specie per quelle aree situate nelle vallate laterali , per le quali è anche molto carente l’offerta di servizi, intesa come la garanzia di una rete di assistenza e cura diffusa per i cittadini e per la gestione del territorio. Lo spopolamento ha generato abbandono. La perdita di SAU nell’area nel periodo tra il 2000 e il 2010 è stata di oltre il 30%. Abbiamo perso quasi 10 mila ettari di coltivazioni al ritmo di 1000 ettari ogni anno.
Senza alcun intervento strategico l’area sarà appare destinata al progressivo abbandono delle aree più prettamente rurali ed il processo, già in parte avviato, innesca un pericoloso evolvere di elementi legati al fragile equilibrio idrogeologico e ad alla perdita del tessuto sociale complessivo”.