Il lavoro analizza la distribuzione di ricchezza nel Regno Unito e mostra che il paese è caratterizzato da un’elevata concentrazione. I dati suggeriscono anche che la percentuale di ricchezza detenuta dagli individui più ricchi è aumentata nel primo decennio del XXI secolo.
L’attenzione nel dibattito pubblico per la concentrazione della ricchezza è aumentata molto negli ultimi anni. Questo si deve in parte alla pubblicazione del libro di T. Piketty (Capital in the 21st Century) e in parte ad una accresciuta consapevolezza della sua rilevanza per comprendere le cause della disuguaglianza di reddito, o meglio del fatto che non è sufficiente concentrarsi solo su salari e reddito da lavoro ma è necessario considerare anche i redditi da capitale.
La concentrazione di ricchezza si può misurare in vari modi. Una prima possibilità consiste nell’utilizzare i dati amministrativi fiscali sulle dichiarazioni di successione. Attraverso il cosiddetto metodo dei «moltiplicatori di mortalità̀», si usa un campione della ricchezza della popolazione dei deceduti in un anno specifico al fine di stimare la distribuzione della ricchezza della popolazione vivente. Questi dati si prestano bene alla stima della ricchezza sebbene, come tutti i dati di imposte, siano influenzati dai fenomeni di evasione ed elusione fiscale. Una seconda possibilità è quella di utilizzare indagini campionarie sulla ricchezza delle famiglie che, tuttavia, spesso presentano un problema di sotto-campionamento o non-risposta delle fasce alte della distribuzione. Infine, una terza possibilità consiste nell’utilizzare i dati amministrativi fiscali sui redditi da capitale e investimento. Applicando dei moltiplicatori di rendimento per ogni classe di investimento si possono ottenere delle stime dello stock di ricchezza che genera il flusso reddituale osservato. Infine, ci sono le liste non ufficiali di grandi possedimenti di ricchezza, come quelle stilate dal Sunday Times o da Forbes.
Gli autori utilizzano i primi due metodi per analizzare la distribuzione di ricchezza nel Regno Unito. Quando questa è misurata usando i dati fiscali sulle dichiarazioni di successione, i risultati mostrano un’elevata concentrazione di ricchezza; l’1% più ricco della popolazione detiene tra un quinto e un quarto della ricchezza totale e la quota di ricchezza da essi detenuta è doppia rispetto alla quota di reddito detenuta dagli individui che si collocano nella stessa posizione nella distribuzione del reddito. I risultati sono poi confrontati con quelli risultanti dall’utilizzo della Wealth and Asset Survey per il periodo 2008-2010 (l’unico periodo per il quale sono disponibili entrambe le fonti di dati). Dal confronto emergono alcune differenze, in particolare nella quota di ricchezza posseduta dall’1% più ricco della popolazione, pari al 14% secondo la Wealth and Asset Survey e al 20% in base ai dati fiscali (Fig.1). Questa differenza è troppo ampia per essere spiegata dalla diversa rappresentatività delle due banche dati, e questo suggerisce che sono necessari ancora ulteriori approfondimenti per analizzare la distribuzione di ricchezza, la sua concentrazione e il suo andamento nel XXI secolo.
Titolo originale: The importance of wealth concentration and why it is so difficult to measure
Autori: Facundo Alvaredo; Tony Atkinson; Salvatore Morelli
Anno di pubblicazione: 2015
Istituzione/Organizzazione: VOX – CEPR’s Policy Portal
Link alla pubblicazione originale: The importance of wealth concentration and why it is so difficult to measure
Fig.1: Quota di ricchezza 1% più ricco, UK 2000-2014
Fonte: Alvaredo, F.; Atkinson, A.; Morelli, S., 2015