Alcuni spunti emersi dal confronto avviato in seno al Forum sull’Educazione che si è concluso a Camogli a cui hanno partecipato tre membri del ForumDD
Si è concluso il Forum sull’Educazione tenutosi a Camogli questo fine settimana a cui hanno partecipato Fabrizio Barca, Andrea Morniroli e Marco Rossi Doria per il Forum Disuguaglianze e Diversità insieme al sindaco di Milano Beppe Sala e ad altre personalità italiane protagoniste del mondo della cultura, dell’economia e della società civile. “La scuola come strumento di libertà sostanziale, la valorizzazione delle buone pratiche educative già esistenti e la consapevolezza della trasformazione digitale sono tra i temi emersi da un confronto plurale”, affermano nel comunicato gli organizzatori del Forum.
“Governi e cittadini dovranno assumere una responsabilità collettiva di fronte alle sfide attuali: giustizia sociale, cambiamenti demografici e climatici, migrazioni. Per garantire una libertà sostanziale sostenibile, drammaticamente violata anche all’interno dell’Occidente e causa primaria dei rischi di dinamica autoritaria in atto. Di fronte a queste sfide il sistema educativo di tutti i Paesi avanzati è inadeguato: lo segnalano i bassi valori della mobilità sociale”, si legge nel documento di sintesi, dove viene sottolineata la necessità di provare a portare a sistema pratiche territoriali di cooperazione tra pubblico e privato e dove le comunità educanti sono sviluppate e fertili, e anche l’attenzione da prestare rispetto alle trasformazioni digitali nell’ambito educativo, trasformazioni che hanno creato biforcazioni rispetto alla giustizia sociale.
I principi condivisi dai partecipanti – come si legge nel documento finale – riguardano la consapevolezza che la scuola sia “un luogo di istruzione (competenze) ed educazione (discernimento), impegnata a fornire gli strumenti della libertà sostanziale”; che “studentesse e studenti vanno accompagnati a maturare la consapevolezza degli usi della trasformazione digitale che potenziano o deprimono la libertà loro e di tutti noi e di coglierne le opportunità”, perchè “questa consapevolezza non è ovvia e non è data”; che bisogna basare i metodi di insegnamento sulla cooperazione e la ricerca in comune orientando in questo modo “il reclutamento massiccio degli insegnanti che sta partendo”; che occorre “sviluppare un’adeguata educazione finanziaria come consapevolezza ad autodeterminarsi, a comprendere le scelte economiche compiute da chi ci governa e a partecipare alla creazione della propria autonomia economica fin dalla più giovane età”.
Nel documento finale del Forum vengono resi noti i tre passi che si è stabilito di fare nei prossimi mesi per dare seguito alla riflessione avviata:
1.Riconoscere e valorizzare le buone pratiche educative già esistenti, specie in aree di frontiera e di sperimentazione, dove insegnanti, famiglie, studenti, dirigenti, generano discontinuità e trasformazioni, al momento isolate e rilevanti solo per i contesti specifici.
2. Tradurre le buone pratiche in politiche sostenendo le comunità educanti, attraverso l’alleanza e la condivisione di risorse e competenze fra scuole, privati e organizzazioni di cittadinanza attiva.
3. Valutare e dibattere l’impatto di queste pratiche e politiche sulle grandi missioni di sviluppo in linea con l’obiettivo 4 dell’agenda 2030 dell’ONU: garantire un’istruzione di qualità inclusiva ed equa e promuovere opportunità di apprendimento continuo per tutti.
“Un gruppo di persone molto diverse si è ritrovato e ha raggiunto delle conclusioni che possono essere di utilità” – ha dichiarato Fabrizio Barca – “Ci siamo ritrovati d’accordo nel ritenere che la scuola è un pezzo fondamentale per liberare in modo sostanziale i giovani e per non rendere la loro vita condizionata da dove nascono, che a far questo sia necessario un intervento significativo in un paese che ha delle differenze molto forti tra nord e sud, dove però contemporaneamente esistono pratiche molto interessanti realizzate da genitori, da insegnanti, da giovani, pratiche che non divengono sistema. Se queste condizioni ci sono la cosa migliore è partire dal territorio. Certo c’è una ì responsabilità forte dello Stato, ma intanto i comuni, i luoghi dove si è più vicini ai cittadini possono valorizzare queste esperienze e poi cercare di portarle a sistema. Questo è una traccia interessante che consente di non aspettare domani. Bisogna partire subito.”
Partire dalle gravi disuguaglianze educative è l’idea al centro della riflessione del ForumDD nel documento alla base del lavoro del ForumDD, coordinato da Marco Rossi Doria, presente a Camogli. “L’Italia è un paese che fa poco figli e perdiamo troppi ragazzi che vivono in una situazione multifattoriale di povertà e di esclusione. Bisogna recuperarli nei territori di massima crisi, ma anche nelle tante periferie che abitano il nostro paese. C’è un lavoro enorme da fare per riconquistare la conoscenza di centinaia di migliaia di ragazzi. I nostri livelli di conoscenza anche elementari che servono alla cittadinanza sono molto in pericolo in questo momento e noi dobbiamo recuperarli. Penso che riflettere su questo sia importante per l’Italia che non può andare avanti con queste disuguaglianze di conoscenza così marcate.”
I dati purtroppo ci dicono, in modo incontrovertibile, che la scuola italiana, negli ultimi 25 anni, ha fortemente rallentato la sua funzione di promozione sociale e culturale. Dunque, abbiamo tutti il compito di denunciare e porre rimedio al fatto che ancora oggi “il principale problema della scuola italiana sono i ragazzi/e che perde” e che, purtroppo, nel nostro paese, chi cade fuori precocemente dal diritto all’istruzione e chi ottiene i peggiori risultati in termini di apprendimento è quasi sempre un ragazzo/a di famiglia povera che, così, conoscerà, con ogni probabilità, un condizionamento negativo precoce delle possibilità di sviluppo personale, contributo alla formazione della comune ricchezza, alla coesione sociale e alla partecipazione democratica.
“In primo luogo credo che vada messo mano a quelle disuguaglianze di opportunità che determinano questa situazione, ed essendo questo un problema multifattoriale c’è bisogno di politiche organiche, dove la scuola è al centro ma non è sufficiente e quindi va investito sulla comunità educante con politiche di contesto e di sviluppo: partire dalla scuola per produrre sviluppo locale – commenta Andrea Morniroli, responsabile dello staff del ForumDD – In secondo luogo, la scuola è un luogo dove accompagnare l’istruzione con politiche educative, che diano ai ragazzi quelle competenze di base trasversali per essere più liberi, per essere cittadini responsabili, altrimenti anche ipotesi di investimento robusto sulla formazione e sul miglior rapporto tra scuola e mondo del lavoro, rischiano di creare più possibilità di occupazione ma di non incidere su alcune derive preoccupanti di questo paese. Dato dell’altro giorno, quello del 15% dei cittadini di questo paese pensa che la Shoah non sia esistita. La scuola deve dare strumenti perché uno non cada in queste trappole. Terza questione, servono politiche organiche dello Stato sulla scuola che stabiliscano delle cornici, ma dove poi siano i territori e le esperienze ad insegnare come si fa buona scuola. Questo è fondamentale perché altrimenti quelli rimangono piccoli sogni che non diventano politiche di sistema e dall’altra parte rischi di fare politiche nazionali che non incidono realmente sui territori”.
Il Sindaco di Milano Beppe Sala, come si legge nel comunicato, ha proposto al coordinatore del Forum Danco Singer di farsi promotore del proseguimento del processo di lavoro: “Offro la possibilità di fare a Milano una prossima sezione in ci si rincontra e da cui si possa uscire con una proposta” ha dichiarato il sindaco. “La proposta sarà rivolta a chi amministra localmente e allo Stato, affinché ognuno faccia la sua parte in maniera più efficace rispetto a oggi”.