Il 31 maggio a Milano, presso la sede della Fondazione Feltrinelli, si è tenuta una giornata sulla democrazia economica organizzata in collaborazione tra il corso di dottorato in International and Public Law, Ethics and Economics for Sustainable Development (LEES) dell’Università degli Studi di Milano e la Fondazione stessa
Studiare il ruolo della democratizzazione dell’economia e i possibili cambiamenti istituzionali da implementare in questo senso ai fini di ridurre le crescenti diseguaglianze, promuovere il rispetto dei diritti umani e favorire lo sviluppo di modelli di democrazia industriale: questo il programma della giornata.
A partire da questa parte più teorica a cui sono stati dedicati i lavori del mattino, svolti in lingua inglese data la presenza di ospiti internazionali, si sono poi articolate due tavole rotonde pomeridiane dove sono state presentate tre proposte di policy e discusse tre esperienze pratiche particolarmente promettenti in tal senso.
La keynote lecture di apertura è stata tenuta da Sandrine Blanc, professoressa di etica d’impresa presso la INSEEC School of Business and Economics. Al centro della sua relazione un tema ormai classico nel campo dell’etica d’impresa, ovvero se, data la crescente importanza che il disegno della corporate governance sta assumendo in termini di giustizia sociale alla luce del concomitante declino del welfare state, le imprese possano essere considerate tra le istituzioni che compongono la cosiddetta struttura di base della società, dovendo quindi anch’esse sottostare a principi di giustizia e partecipare alla distribuzione di beni sociali primari. Non è mancata però pure l’apertura a nuove possibili strade di ricerca, volte ad analizzare l’agency delle corporations in quanto partecipi del dibattito pubblico e i conseguenti doveri morali che ciò comporterebbe in termini di auto-regolamentazione ex-post.
A seguire, Elisa Giuliani, professoressa di Management dell’Università di Pisa e direttrice di REMARC (centro di ricerca della stessa università sul tema del management responsabile) ha centrato il suo intervento sul ripensamento del capitalismo e i doveri delle imprese legando, in particolare a livello europeo, la letteratura sulle politiche industriali con tutto il filone noto come business & human rights. Filippo Belloc, professore di politica economica dell’Università di Siena, focalizzandosi soprattutto sul tema della democrazia industriale, ha invece discusso e portato evidenze empiriche a supporto di una tesi apparentemente controintuitiva per la teoria economica mainstream: modelli di governance condivisa, e in particolare strutture di rappresentanza dei lavoratori, possono contemporaneamente arricchire l’esperienza lavorativa e aumentare le skills di lavoratori e lavoratrici, favorire l’adozione di tecnologie avanzate e semplificare lo scambio di informazioni tra i vari livelli dell’impresa, diminuendo però allo stesso tempo i rischi connessi all’eccessiva automazione.
I lavori nel pomeriggio, moderati da Angelica Bonfanti, professoressa di diritto internazionale presso l’Università degli Studi di Milano, sono stati dedicati alle proposte di policy. La prima proposta presentata è stata la tredicesima delle 15proposte per la giustizia sociale elaborate dal Forum Disuguaglianze Diversità, cioè quella relativa alla creazione dei “consigli del lavoro e della cittadinanza” nelle imprese ai fini di realizzare la partecipazione strategica dei lavoratori e delle lavoratrici alle decisioni aziendali e la concomitante consultazione di rappresentanti di consumatrici e consumatori e di tutte le persone interessate all’impatto ambientale di tali decisioni. A discuterne è stato il coordinatore del dottorato LEES Lorenzo Sacconi, nonché uno tra gli elaboratori della proposta stessa. A seguire, Enrica Chiappero-Martinetti, professoressa di politica economica dell’Università di Pavia, ha discusso di come l’approccio delle capacità sviluppato da Amartya Sen, se applicato al mondo degli scambi economici, possa aiutare a ripensare i modelli d’impresa e arricchire la fornitura di beni e servizi per rispondere a bisogni di tipo sociale. In chiusura di questa prima tavola, Serenella Rossi, professoressa di diritto commerciale presso l’Università dell’Insubria, ha per finire presentato l’evoluzione del diritto europeo in tema di coinvolgimento e partecipazione degli stakeholders, soffermandosi in particolare sulla recenti direttive e proposte di direttive europee relative al reporting di sostenibilità e alla dovuta diligenza ed alla necessità di organizzare ora nel concreto per le imprese la consultazione con gli stakeholders stessi.
Nell’ultima parte della giornata sono state raccontate tre esperienze concrete. Michele Bulgarelli (segretario generale della Camera del Lavoro di Bologna), Bruna Rossetti (rappresentante del RSU Ducati Motor, nonché componente del CAE Ducati e del coordinamento mondiale dei lavoratori e delle lavoratrici del Gruppo Volkswagen) e Simone Selmi (segretario generale FIOM-CGIL Bologna) hanno presentato l’esperienza di contrattazione in Ducati e i dieci anni di cooperazione sindacale tra FIOM-CGIL ed IG Metall a seguito dell’acquisizione di Ducati da parte di Volkswagen e del conseguente incontro tra il modello di codeterminazione tedesca con quello emiliano di relazioni sindacali. Successivamente, Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid Italia, ha raccontato della sperimentazione in corso in ActionAid per la costituzione del primo consiglio del lavoro e della cittadinanza in Italia. La chiusura è stata infine affidata a Emmanuele Massagli, ricercatore della LUMSA e presidente di ADAPT, che ha presentato e discusso finalità e contenuti della recente proposta di legge di iniziativa popolare sulla democrazia economica e industriale promossa dalla CISL.