Pubblicata oggi su Il Manifesto un’intervista a Charles Sabel, Professore alla Columbia Law School che nel suo ultimo libro riorienta radicalmente il nostro pensiero su come affrontare la crisi climatica
Come rispondere alla sfida climatica? Come farlo qui e ora, in modo concreto e produttivo di effetti? Charles Sabel e David Victor hanno una risposta, che ci obbliga a interrompere il filo dei pensieri e a riflettere. Non funzionano né soluzioni via mercato, né accordi diplomatici globali. E infatti stiamo procedendo a passi di lumaca e si fa sempre più largo l’idea che ambientale sia nemico di sociale. Quando invece è possibile accelerare la transizione e renderla produttiva di più e migliori lavori, ma a una condizione: che sempre più imprese in tutto il mondo si prendano il rischio di innovare e collaborino, fra loro e con lo Stato e la società, a livello globale e locale, co-disegnando filiere produttive, soluzioni istituzionali, nuovi mercati e nuove tecnologie. A questo fine devono lavorare gli Stati, certo fissando standard e obiettivi e dando incentivi, ma unendovi sempre l’accompagnamento dei processi, offrendo a chi innova l’opportunità di orientare quegli obiettivi e quegli standard e così rendendo loro più conveniente rischiare e assai costoso star ferme. Questa è la governance sperimentalista, come la chiamano Sabel e Victor, che sfugge alla dicotomia oziosa fra centralizzazione e decentramento, e che essi ritrovano nei progressi più significativi in giro per il mondo.
Charles F. Sabel è professore di diritto e scienze sociali alla Columbia Law School. Il suo ultimo libro, Fixing the Climate (Princeton University Press, 2023, con D.G. Victor), riorienta radicalmente il nostro pensiero su come affrontare la crisi climatica. Per approfondimenti si veda, in italiano, l’intervista a Sabel pubblicata su “Il Manifesto” e, in inglese, quella uscita su “Sociologica. International Journal for Sociological Debate”.