Nell’ambito del percorso “Welfare energetico climatico”, negli ultimi mesi sono stati organizzati diversi momenti di riflessione e analisi sul Piano sociale per il clima. Non si è fermato nemmeno il lavoro con i territori: da Acerra a Trieste, in venti territori diversi gruppi locali dialogano con il percorso Wec per rileggere il proprio agire quotidiano mettendo al centro le connessioni tra politiche ambientali e politiche sociali.
Procedere spediti con le politiche ambientali per la transizione ecologica senza suscitare preoccupazione per le ricadute sociali, oggi strumentalmente contrapposte alle prime per rallentarne l’attuazione, è possibile. Per entrare nel merito con proposte concrete, nelle ultime settimane il percorso “Welfare energetico climatico” – che il Forum Disuguaglianze e Diversità sta portando avanti insieme a una serie di realtà ambientaliste e attive nel sociale (Caritas, Cnca, Ecco, Coop. ènostra, Fondazione di Comunità di Messina, Legambiente, Kyoto Club, Nuove Ri-Generazioni) – ha organizzato diversi momenti di riflessione e analisi sul Piano sociale per il clima che il governo italiano deve presentare alla Commissione europea entro la fine di giugno per dire all’Europa come intende spendere i circa 7 miliardi di euro messi a disposizione per l’Italia dal Fondo sociale per il clima per il periodo 2026-2032, a cui si aggiungerà il 25% di cofinanziamento nazionale.
A questo scopo, il gruppo di organizzazioni ambientaliste e sociali ha organizzato per il 3 aprile 2025 un seminario di approfondimento, che si è tenuto a Roma in via dei Frentani 4d presso la sede del sindacato Spi Cgil, grazie al quale è stato possibile allargare competenze e riflessioni a soggetti esterni al Tavolo di lavoro sul welfare energetico climatico. Tra alcuni dei partecipanti, ma non solo, è nata una collaborazione che ha portato nel mese di giugno a presentare un documento congiunto con osservazioni puntuali e proposte di miglioramento alle misure contenute nel piano. “Le organizzazioni sottolineano che il PSC rappresenta uno strumento fondamentale per affrontare congiuntamente la transizione ecologica e le sfide sociali”, si legge nella nota, ma “rischia di essere un’occasione persa” perché manca una strategia complessiva e di coerenza tra le misure proposte. Queste lacune rischiano di compromettere l’efficacia del piano e di minare il raggiungimento degli obiettivi climatici e sociali dichiarati”. Qui per la nota integrale, qui per il documento con le osservazioni.
L’attenzione alle politiche nazionali ed europee, non ha fermato le attività sui territori che hanno deciso di partecipare al percorso con attività di accompagnamento e di formazione sui temi del welfare energetico locale. Da Acerra a Trieste, da Ancona a Firenze, passando per Bari, Cuneo, Avellino, Milano e Modena, solo per citarne alcuni, sono venti le organizzazioni e le realtà sociali e della cittadinanza attiva che ormai dall’inizio dell’anno dialogano con il percorso Wec per rileggere il proprio agire quotidiano mettendo al centro le connessioni tra politiche ambientali e politiche sociali guardando a una “giusta transizione”. Diversi i temi al centro del percorso di formazione: cos’è la vulnerabilità energetica, come si riconosce, perché distinguerla dalla povertà energetica, come mapparla; quali strumenti per contrastarla e quali sono limiti e vantaggi (dal bonus energia al reddito energetico passando per l’importanza delle infrastrutture sociali); cos’è il welfare e come cambia di fronte alla crisi climatica; qual è la funzione del Piano sociale per il clima, i suoi limiti e quali prospettive apre.
Obiettivo del percorso è mettere in campo una campagna politica e culturale finalizzata ad accendere l’attenzione pubblica e a qualificare le scelte politiche per il clima che tengano insieme giustizia sociale e giustizia climatica. Per allargare ulteriormente le relazioni e le competenze da attivare a questo scopo, oltre a condividere con i territori le analisi sulle politiche nazionali ed europee, per il 25 giugno è stato organizzato un incontro online pensato per aprire il confronto con realtà sociali, sindacati, associazioni esterne al percorso.










