Il documento, a cura di Sabina De Luca, propone un’analisi delle tre proposte di legge sul tema attualmente in discussione nelle commissioni parlamentari, con alcune indicazioni: “Serve un Programma nazionale pluriennale che agisca in tutti gli ambiti e con tutte le leve a tal fine disponibili, modulando le priorità di intervento, ma senza trascurare alcuno strumento o campo di azione”.
In Italia, la crescente fragilità abitativa non riguarda più solo le persone più vulnerabili ma coinvolge fasce sempre più ampie di popolazione, facendo emergere una articolazione dei bisogni diversificata. Questa progressione, pur non trascurando l’impatto della perdita negli ultimi decenni del potere d’acquisto dei salari registrata in Italia, unico paese OCSE, è diretta conseguenza dell’arretramento delle politiche pubbliche per l’abitare che ormai da diversi decenni sta caratterizzando il nostro Paese.
In questo contesto, tra marzo 2023 e dicembre 2024, alla Camera dei Deputati sono state depositate tre proposte di legge (n. 1169/2023, la n. 1562/2023 e la n. 2181/2024), attualmente in esame nelle commissioni parlamentari, che segnalano una rinnovata attenzione verso il diritto all’abitare. A partire dall’analisi di questi tre testi, il Forum Disuguaglianze e Diversità ha elaborato un documento, a cura di Sabina De Luca, che avanza una serie di osservazioni e proposte sul tema, auspicando in primo luogo l’unificazione dei tre testi.
“Questa unificazione dovrebbe portare a considerare come indispensabile un’azione programmatoria, non solo, come già previsto, di lungo periodo e finanziariamente dotata, ma anche capace di agire su tutti gli ambiti e i campi di intervento determinanti per assicurare la qualità dell’abitare, e l’esigibilità di questo diritto, a tutti coloro i quali oggi la vedono negata o compromessa”, si legge nel documento. “Una platea, come detto, sempre più vasta e variegata. Ne consegue che il salto di qualità di una rinnovata politica nazionale per l’abitare non può che essere un Programma nazionale pluriennale che agisca in tutti gli ambiti e con tutte le leve a tal fine disponibili, modulando le priorità di intervento, ma senza trascurare alcuno strumento o campo di azione”, continua il documento.
Nel documento si evidenzia come il rilancio dell’Edilizia residenziale pubblica (Erp) sia ormai indispensabile e prioritario attraverso una programmazione nazionale degli interventi, da declinare territorialmente, alla quale associare “l’ampliamento dell’offerta del cosiddetto housing sociale, per la quale si ritiene indispensabile rifuggire dalla rischiosa genericità di talune formulazioni, per definire con chiarezza obiettivi, perimetro e destinatari”. Infine, “ormai indifferibile è anche la revisione della normativa sugli affitti”. Infine, si auspica l’attivazione, con anni di ritardo rispetto a quanto previsto per legge, dell’Osservatorio Nazionale sulla condizione abitativa.
Tra gli altri elementi evidenziati nel documento, la necessità di orientare le politiche di rigenerazione urbana e quelle di contrasto allo spopolamento delle aree interne, con una particolare rilevanza al censimento sia del patrimonio pubblico sia di quello privato.
Il documento si conclude con “la constatazione di una importante sottovalutazione comune a tutte le proposte. Difatti, esse appaiono non considerare quella che è la conditio sine qua non di qualsiasi politica pubblica che non voglia limitarsi al mero effetto annuncio: la necessità di dotare la Pubblica amministrazione, a tutti i livelli di governo, delle competenze e capacità necessarie a svolgere i compiti che le vengono attribuiti”.
Foto da Unplash di Tobias Arweiler










