Uno studio indipendente commissionato dal Parlamento europeo nell’ambito della redazione del rapporto sulla revisione della legislazione farmaceutica dell’Ue, proposta dalla Commissione nei mesi scorsi, è stato cancellato dal sito istituzionale dopo tre giorni dalla pubblicazione. Uno studio importante che evidenzia luci e ombre dell’attuale regolamentazione dei farmaci e propone una concreta opzione per risolvere alcune criticità e in particolare il disallineamento attuale tra le priorità dell’industria farmaceutica e gli obiettivi di salute pubblica. Il ForumDD rimette online lo studio “oscurato”. Barca: “Fatto sorprendente, accertare le ragioni di tale decisione”.
Uno studio indipendente commissionato dal Parlamento europeo durante il confronto sulla proposta di revisione della legislazione farmaceutica dell’Ue, avanzata dalla Commissione nei mesi scorsi, è stato cancellato dal sito istituzionale dopo tre giorni dalla pubblicazione. Lo studio, che dopo una valutazione rigorosa di vantaggi e svantaggi di diversi incentivi all’innovazione propone una serie di policy options volte a stimolare l’innovazione farmaceutica e garantire l’accessibilità dei farmaci, è stato presentato mentre a Strasburgo è in corso ormai da mesi un importante confronto attorno a una bozza di rapporto in merito alla proposta della Commissione che ha sottoposto al Parlamento europeo una nuova direttiva e un nuovo regolamento. Obiettivo della revisione: garantire maggiormente l’accesso “tempestivo ed equo”, e a prezzi accessibili, ai medicinali e incentivare l’innovazione. Ad aprile 2024, gli eurodeputati in seduta plenaria voteranno il rapporto, che verrà lasciato in eredità al Parlamento che uscirà dalle elezioni di giugno, il quale sarà poi incaricato di negoziare con il Consiglio e con la Commissione la revisione dell’attuale legislazione.
In questo contesto, sono in corso di valutazione diverse proposte, tra le quali quella che va nella direzione di una maggiore circolazione della conoscenza nell’interesse pubblico: la creazione di un’Infrastruttura pubblica europea per vaccini, farmaci e innovazione biomedica che avrebbe il compito di stabilire le priorità sanitarie dell’Ue, indirizzando la ricerca e lo sviluppo di farmaci, con particolare attenzione a quelli non abbastanza coperti dall’industria farmaceutica privata o troppo costosi. La proposta è stata inserita con il nome di European Medicines Facility (Struttura europea per i medicinali) tra gli emendamenti alla bozza del rapporto sulla legislazione farmaceutica, il cui relatore è l’europarlamentare del gruppo dei Socialisti e Democratici Tiemo Wölken, e ricalca una delle “15 proposte per la giustizia sociale” lanciate nel 2019 dal Forum Disuguaglianze e Diversità, che il Parlamento europeo ha fatto oggetto di raccomandazione a Commissione e Stati membri inserendola nel Rapporto Ue sulle lezioni della pandemia approvato in seduta plenaria il 12 luglio 2023. La discussione degli emendamenti alla bozza di rapporto è in programma nella prima metà di novembre nella commissione Envi del Parlamento europeo.
A sostegno di un’infrastruttura europea in grado di controbilanciare i grandi monopoli tecnologici privati in un settore come la salute si erano già espressi due studi indipendenti: il primo commissionato dal comitato scientifico che lavora in supporto del Parlamento europeo, il Panel for the Future of Science and Technology (STOA), redatto da Massimo Florio (Università di Milano e membro dell’assemblea del ForumDD), Chiara Pancotti (CSIL) e David Anthony Prochazka (Università di Praga); il secondo richiesto dal comitato COVI, istituito per trarre lezioni dalla pandemia, e redatto da Massimo Florio, Chiara Pancotti e Simona Gamba (Università degli Studi di Milano), aveva evidenziato come a fronte di un grosso rischio finanziario assunto dagli Stati per sostenere la ricerca per i vaccini anti Covid non ha corrisposto un diritto di comproprietà della conoscenza prodotta, con costi ingiustificati per le casse pubbliche e impossibilità per paesi terzi di produrre i vaccini.
Lo scorso 19 ottobre, nell’ambito della discussione sulla revisione della legislazione farmaceutica europea e sempre su richiesta dello STOA, oggi presieduto dall’eurodeputato tedesco del Partito popolare europeo Christian Ehler, è stato presentato un più recente studio indipendente intitolato Improving access to medicines and promoting pharmaceutical innovation ed è stato redatto sempre da tre esperti in economia sanitaria e dell’innovazione: Simona Gamba, ricercatrice di Scienze delle finanze all’Università degli Studi di Milano; Laura Magazzini, professoressa associata di Econometria presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa; Paolo Pertile, professore ordinario di Scienza delle finanze all’Università di Verona. I tre studiosi italiani sono autori di decine di articoli sull’economia del farmaco pubblicati sulle più prestigiose riviste internazionali del settore, fra cui Nature Reviews Drug Discovery, Health Economics, Health Policy, Journal of Health Economics, European Journal of Health Economics, Journal of the Royal Statistical Society, Research Policy, Management Science, ed altre.
Lo studio, attraverso l’analisi di oltre 230 pubblicazioni e 24 interviste ad autorevoli stakeholder (cinque fra ricercatori e medici, sei rappresentanti dell’industria farmaceutica, otto esperti di sanità pubblica, due dirigenti pubblici e tre esponenti di associazioni in difesa dei pazienti), ha analizzato con rigore vantaggi e svantaggi di cinque policy options per individuare quella più funzionale ad aumentare e facilitare l’accesso ai farmaci in tutte le aree cliniche, soprattutto in quelle dove gli investimenti dell’industria farmaceutica sono insufficienti, e di stimolare l’innovazione, superando gli ostacoli alla circolazione della conoscenza, con lo scopo di riequilibrare il parziale disallineamento attuale tra le priorità dell’industria farmaceutica e gli obiettivi di salute pubblica.
L’Unione europea, secondo lo studio, trarrebbe anche vantaggio dalla creazione di un’infrastruttura pubblica europea attiva soprattutto in quelle aree cliniche dove il settore farmaceutico privato non investe a sufficienza, insieme a un maggior coordinamento dei diritti di proprietà intellettuale e alla possibilità per i Paesi Membri di aderire a una procedura di acquisto centralizzata a livello europeo, e alla revisione degli incentivi – come la riduzione della durata di alcune forme di esclusività – introducendone di nuovi per specifiche aree cliniche (come gli antimicrobici e le malattie rare con prevalenza particolarmente bassa).
Dopo la presentazione a Strasburgo e la discussione con gli europarlamentari presenti, lo studio è stato pubblicato venerdì 27 ottobre sul sito istituzionale dell’Ue, insieme alle slide di presentazione e a un’intervista all’autrice principale, Simona Gamba. Lunedì 30 ottobre, il colpo di scena: lo studio è stato oscurato. Come anticipato da Politico.eu e da Il Fatto Quotidiano, a fare pressione per l’eliminazione è stata Pernille Weiss, eurodeputata danese del Partito Popolare Europeo. Dopo la pubblicazione della notizia, la mattina del 1 novembre lo STOA ha giustificato l’eliminazione scrivendo sul social X che lo studio “è stato pubblicato troppo presto e per errore”, prima di portare a termine la procedura di approvazione da parte del Panel che sarebbe necessaria per ogni pubblicazione. La decisione in merito alla ripubblicazione, scrive ancora lo STOA, verrà presa nel corso della prossima riunione.
“Che uno studio rigoroso commissionato dal Parlamento europeo, che dimostra le debolezze nell’assicurare l’accessibilità e la trasparenza dei prezzi di farmaci essenziali e l’opportunità di ricorrere anche a un’infrastruttura pubblica europea, venga pubblicato e poi cancellato su un sito istituzionale è un fatto in sé sorprendente”, commenta Fabrizio Barca, co-coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità. “Chiediamo agli europarlamentari di accertare le ragioni di tale decisione e di assicurarsi che essa non derivi da interferenze degli interessi di associazioni dell’industria farmaceutica, cosa che rappresenterebbe una lesione delle procedure democratiche”.
Nel frattempo, il Forum Disuguaglianze e Diversità ha deciso di rendere nuovamente leggibile da tutti lo studio oscurato, insieme alle slide, al video della conferenza stampa di presentazione e all’intervista a Simona Gamba ancora visibili sul sito dell’Ue.