Dopo il convegno di Napoli a cui hanno partecipato oltre 200 persone, nelle prossime settimane nascerà la Carta “aperta” dell’Intrapresa sociale. Intrapresa sociale che dalle due giornate esce prima di tutto non tanto come nuovo soggetto ma come processo condiviso e collettivo, come azione politica finalizzata per costruire un futuro più giusto per tutti e tutte dal punto di vista sociale e ambientale
Oltre duecento partecipanti – persone attive nella cooperazione, nelle istituzioni pubbliche e negli enti locali, nelle Università e nelle organizzazioni del civismo attivo – si sono incontrati a Napoli lo scorso 13 e 14 ottobre al convegno “Fare intraprese sociali” organizzato dal gruppo promotore del Convegno Impresa/Sociale tenutosi a Trieste nell’ottobre del 2022 e dal Forum Disuguaglianze e Diversità con il Patrocinio morale del Comune di Napoli.
Per due giorni, attraverso le plenarie e il lavoro in gruppi, in tanti e tante si sono confrontati su quello che è oggi il valore politico del lavoro sociale, a partire dal verbo “intraprendere” declinato da Franco Rotelli, psichiatra e collaboratore di Basaglia, in uno dei suoi ultimi scritti, in 5 punti, che i partecipanti al convegno di Napoli hanno arricchito anche grazie al confronto con alcune voci come quelle di Fabrizio Barca, Aldo Bonomi, Don Virginio Colmegna, Dora Gambardella, Gaetano Giunta, e Laura Lieto.
È stata ribadita l’importanza strategica dei cinque punti che richiamano la capacità di stringere legami tra persone e territori, mettere al centro le potenzialità di tutti e tutte, cercando la bellezza, promuovendo alleanze tra pubblico e privato e creando economie. A questi si è aggiunta la necessità di parlare di più di lavoro, rivendicando la centralità del lavoro sociale, spesso un lavoro povero e confuso con il volontariato, a cui non è riconosciuta dignità e potere. Inoltre, mentre i lavoratori e le lavoratrici del sociale hanno investito tempo sulle competenze per diventare professionisti dei servizi è stata smantellata la cultura, il senso che dava vita a quei servizi.
Un altro nodo, richiamato da Fabrizio Barca e poi ripreso anche da Ota De Leonardis nelle conclusioni, è stato quello di una necessaria ricomposizione dei saperi attorno al tema dell’intrapresa sociale, quelli che vengono dalle pratiche e quelli che vengono dai luoghi deputati all’elaborazione teorica. Èquindi da pensare a come coinvolgere maggiormente l’università in questo processo. E a come ragionare di “creare economie” con l’intrapresa sociale focalizzandosi sulla riproduzione sociale invece che sulla produzione.
Andrea Morniroli nelle sue conclusioni ha ribadito l’importanza di una autocritica del mondo sociale, per poter recuperare credibilità e soprattutto per ricominciare a pensarsi non come manodopera sostituibile ma come attori di politiche pubbliche, richiamando in questo modo anche il pubblico a mettere in campo percorsi reali di co-progettazione e co-determinazione delle risorse da destinare al sociale.
La responsabilità di queste due giornate, hanno ribadito in chiusura gli organizzatori, è forte e ha bisogno di essere portata avanti attraverso una restituzione che sia quanto più collettiva e capace di ribadire la funzione pubblica del privato sociale.
È così che nascerà la Carta “aperta” dell’Intrapresa sociale. Intrapresa sociale che dalle due giornate esce prima di tutto non tanto come nuovo soggetto ma come processo condiviso e collettivo, come azione politica finalizzata, come ha proposto Gaetano Giunta nella giornata di apertura: “a promuovere un’alleanza tra una biodiversità di attori in grado di promuovere nei luoghi un ecosistema generativo di un nuovo modello di sviluppo giusto dal punto di vista sociale e ambientale”.
La Carta verrà lanciata nelle prossime settimane.
Le due giornate sono promosse dal gruppo promotore di Trieste del convegno Impresa/Sociale 2022 e dal Forum Disuguaglianze e Diversità. In collaborazione e con il sostegno di Legacoop FVG, Consorzio di cooperative sociali Gesco, Consorzio Sale Della Terra, Dedalus cooperativa sociale, Circolo Ilva Bagnoli, Dipartimento di sociologia – Università Federico II di Napoli. Si ringraziano per l’accoglienza dei gruppi di lavoro e per il contributo al confronto Associazione Officine Gomitoli, Circolo Ilva Bagnoli, Fondazione S. Gennaro, Il Poggio. Con il Patrocinio morale del Comune di Napoli, e con il sostegno di Coopfond. In collaborazione con Salute mentale per tutti, Riprendiamoci i diritti.
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