La condizione perché si possa raggiungere un accordo, un compromesso, che tenga conto in modo democratico ed efficace dei ragionamenti e dei sentimenti di tutti i soggetti partecipanti e che conduca ad una scelta è che siano assicurate condizioni di imparzialità: che il confronto abbia luogo in modo tale che le argomentazioni contrarie siano “superate da quelle a favore, essendo soddisfatti i requisiti della riflessione pubblica e le condizioni di imparzialità” (Amartya Sen, L’idea della giustizia, p.403). I requisiti che il confronto deve avere possono essere così riassunti:
- Acceso, nel senso di assicurare l’attiva partecipazione di tutti i soggetti interessati dalla scelta, anche da quelli considerati “antagonisti”, e permettere che i sentimenti siano espressi e articolati e le diverse opinioni si confrontino senza infingimenti, dando luogo a un “conflitto di punti di vista”.
- Informato, nel senso che i soggetti partecipanti si sentano in dovere e siano richiamati al dovere di portare a sostegno delle proprie opinioni informazioni e dati a loro disposizione che li abbiano condotti a quella valutazione o che la sostengano.
- Aperto, ossia in cui ogni partecipante sia impegnato ad ascoltare e mettere in conto anche esperienze diverse, di altre comunità o contesti o culture.
- Ragionevole, ossia in cui ogni partecipante non resta chiuso nella propria razionalità autoreferenziale (il fantino-ragione della metafora di Jonathan Haidt, cfr. sentimenti), non si limita a mostrare la coerenza interna del ragionamento con cui sostiene la propria posizione, ma è disposto ad aprirsi o meglio si rivolge ai “punti di vista e le … idee altrui” (Amartya Sen, L’idea della giustizia, p. 208), ovvero ai loro sentimenti.
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