Con la duplice sentenza sulla legge e sul referendum relativo all’”autonomia differenziata” la Corte Costituzionale si è assunta una grande responsabilità. Mentre ha ritenuto di non poter riconoscere al popolo il diritto di abrogare l’intera norma, ha individuato molteplici, gravi profili di incostituzionalità nella legge e ne ha fatto discendere alcuni requisiti indispensabili perché una nuova norma sia approvata. La rete di comitati territoriali che si è mobilitata contro l’autonomia differenziata può rilanciare il proprio impegno non solo spingendo perché quei requisiti siano soddisfatti davvero e non “per finta”, ma trasformandoli in obiettivi. La campagna da fare, in altri termini, non è più tanto quella di assicurare che non sia approvata una legge di attuazione del regionalismo che peggiora la condizione e le disuguaglianze degli italiani, ma di ottenere obiettivi che possono migliorare quelle condizioni e ridurre le disuguaglianze